Eusebio Di Francesco è il nuovo allenatore del Venezia. Il tecnico ex Sassuolo ha parlato oggi nel corso della conferenza stampa di presentazione. Ecco le sue parole riprese da TMW: "Ringrazio il Frosinone, in primis il presidente Stirpe ed il direttore Angelozzi, i ragazzi straordinari ed i tifosi che mi hanno fatto sentire come uno di loro in una annata non dico sfortunata, perché non voglio alibi, ma dove siamo retrocessi immeritatamente. Auguro loro di tornare in A. Ho sempre scelto le persone prima della squadra e ringrazio il presidente del Venezia".

Che tipo di lavoro imposterà?
"E' stato un ottimo inizio, ho trovato una bella struttura e con gente competente. Il Venezia è una piccola-grande società dal punto di vista organizzativo. Ho visto i ragazzi e gli ho chiesto la loro disponibilità come prima cosa fondamentale. Il direttore ha parlato di coraggio e servirà insieme alla resilienza".

Che pagina vuole scrivere a Venezia?
"Quello che ci è mancato al Frosinone è stato l'obiettivo finale. Quello che serve qui è di raggiungerlo, attraverso il duro lavoro e la lealtà. Nel corso di un campionato vedi cose che non ti piacciono. Chiederò ai miei il rispetto per sé stessi e per la maglia che indossano. Ho visto grande senso di appartenenza da parte dei dirigenti verso la squadra e la società".

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Cosa l'ha spinta ad accettare il Venezia?
"Il lato umano oltre all'organizzazione. Abbiamo avuto delle prime conversazioni e so quello che il direttore vuole, è quello che voglio anche io. Già avere dietro una organizzazione tale dove ognuno fa quello che deve, è importante".

Il Venezia scopre talenti da altri campionati: vi siete trovati in questo?
"Sì. Ovvio che in mezzo a tanti talenti giovani servirà anche un mix con giocatori più esperti. Quando ci sono tanti prestiti, è più difficile trasmettere l'appartenenza. Una cosa che aiuta è quella di prendere i giocatori in maniera definitiva così da trasmettergli il senso di responsabilità".

La sua esperienza come può essere un valore aggiunto per il Venezia?
"Beh, io sono giovane (ride, n.d.r.). C'è sempre tanto da imparare. Ho modificato il mio modo di lavorare negli anni, ho avuto esperienze dove dopo 3 giornate è finito il rapporto, altre dove sono andato via io. Questo aiuta a cercare di imparare dagli errori".

Cosa lascia Vanoli? E' già definito lo staff?
"Grande cultura del lavoro, ho ritrovato tanto in questo. Io cerco sempre di rubare dai colleghi, ma l'errore più grande che si possa fare è di copiare e incollare. Sento dire a volte "Vogliamo fare la partita", ma questo non dipenderà solo da noi per esempio, il livello in A sarà diverso dalla B. Per lo staff: c'è da mettere ancora qualche tassello, ma ci sono già Caccia, Senatore, Neri (che ha grande esperienza internazionale), Romano".

Cosa trasmetterà ai giocatori?
"L'equilibrio e la capacità di affrontare tutti i momenti. Oggi si va in ritiro e tutti siamo più belli e bravi perché nessuno è scontento da tifosi, stampa e giocatori. Poi l'allenatore deve fare delle scelte e lì cambiano le cose".

A Frosinone ha stupito per il bel calcio a tratti.
"Mi interessa di più l'obiettivo. Sì, abbiamo sorpreso certe squadre, ma nel girone di ritorno siamo rimasti senza la linea difensiva titolare. La differenza fra salvezza o meno è sottilissima, un punto lasciato per strada può fare la differenza".

Sezione: Non solo Sasol / Data: Sab 06 luglio 2024 alle 16:54
Autore: Sarah G. Comotto
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