Pablo Longoria, attuale presidente dell'Olympique Marsiglia, ha avuto un passato in Italia e anche nel Sassuolo. Arrivato nel 2010 all'Atalanta, all'epoca in Serie B, decise di passare al Sassuolo nel 2013 dove rimase per due anni ricoprendo il ruolo di Head scout neroverde, sotto la guida di Giovanni Rossi, all'epoca direttore sportivo del Sassuolo e che ora è stato chiamato all'OM proprio da Longoria nel ruolo di coach's advisor di un altro ex neroverde, Roberto De Zerbi.

Intervenuto al podcast Zack en roue libre, Longoria ha affrontato numerosi temi, parlando della sua carriera, e anche dell'esperienza a Sassuolo. Ecco le sue parole tradotte e trascritte per voi da SassuoloNews.net: "Giovanni Rossi, che ora lavora per noi all'OM, mi aveva chiamato ma io ero un po' perplesso perché Sassuolo era un piccolo club. Lui mi disse di fidarmi perché era un buon club con molti soldi. Ne abbiamo parlato, io ho fatto uno studio della squadra, quindi poi fa un po' le tue relazioni, io all'epoca viaggiavo molto e avevo visto molti stadi, e dunque mi sono detto: 'ok, vado a Sassuolo'. Il club era stato appena promosso in Serie A e io sono andato a fare il capo scout".

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Ha proseguito poi Longoria: "Giovanni Rossi aveva ragione perché il club era piccolo ma aveva grandi mezzi. Sono rimasto scioccato, sono arrivati tra estate e inverno giocatori importanti come Simone Zaza, che poi è andato alla Juve, Sanabria dal Barcellona. L'idea era di cambiare tutto. All'epoca in Italia c'era qualcosa di folle come le comproprietà, compravi il 50% di un cartellino e l'altro 50% era di un altro club e se non riuscivi a raggiungere l'accordo per il riacquisto aprivi le buste: era una follia!".

Ancora Longoria: "Ricordo Simone Zaza che era in comproprietà tra la Juventus e l'Ascoli, lui aveva fatto molto bene, avevamo preso anche Marrone in un'operazione con la Juventus. Ricordo una sconfitta con il Livorno per 4-0, che era la squadra affrontata per conquistare la promozione in Serie A l'anno prima. Andare a Sassuolo per me è stato un bagno di umiltà importante perché quando sono arrivato ho incontrato persone super competenti, mi hanno fatto rimettere i piedi per terra".

Longoria ha parlato anche delle difficoltà della prima stagione in A: "Era arrivato anche Alberto Malesani in panchina, è stato un disastro perché non ha vinto nessuna partita. Non era una cattiva persona ma è stato difficile, fortunatamente poi Di Francesco tornò con noi e la stagione poi è finita con la salvezza conquistata all'Artemio Franchi contro la Fiorentina. Avevo deciso di non andare allo stadio perché avevo paura che mi venisse un attacco di cuore perché in aggiunta a tutto, la carriera dipende in qualche modo da questo. Poi al secondo anno abbiamo fatto bene, abbiamo preso tanti italiani giovani e di proprietà che poi hanno fatto bene nel club".

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Sezione: News / Data: Ven 13 dicembre 2024 alle 19:30
Autore: Manuel Rizzo
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