La storia del Pomigliano Calcio Femminile è iniziata come un sogno esportivo. Fondato nel 2019, il club ha stupito tutti con una rapida ascesa che lo ha portato dalla Promozione alla Serie A in soli due anni. Due stagioni in massima serie, caratterizzate da una salvezza che sembrava testimoniare l’avvenuta consacrazione nel panorama del calcio femminile italiano. Tuttavia, a partire dalla stagione 2022-2023, la favola ha preso una piega inaspettata, trasformandosi in un incubo per le calciatrici.

Dopo una retrocessione choc in Eccellenza e la mancata richiesta di ammissione alla Serie B per fallimento, la situazione si è deteriorata rapidamente. Le giocatrici hanno denunciato una serie di irregolarità che hanno sollevato un velo inquietante su una gestione societaria già compromessa da una grave crisi di liquidità. Le denunce sono arrivate fino a FIFPRO, il sindacato internazionale dei calciatori professionisti, che vuole vederci chiaro.

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Le testimonianze delle giocatrici raccontano una realtà tragica: contratti falsificati, stipendi non pagati, negligenza nelle cure mediche e persino molestie. La situazione è divenuta insostenibile, soprattutto a partire dall’inizio della scorsa stagione, quando la società ha cambiato ben quattro allenatori e, infine, ha smesso di operare a causa di una mancanza di fondi. Alcune calciatrici si sono trovate a vivere un vero e proprio calvario.

“In alcuni casi, ci siamo ritrovate senza stipendio per mesi, e alcune di noi non hanno mai ricevuto nulla per l’intera stagione”, racconta una giocatrice che ha scelto di rimanere anonima. “Le convocazioni continuavano anche quando eravamo infortunate. Chi segnalava di non poter giocare veniva minacciata di rescissione del contratto. La situazione era così disperata che il presidente ha smesso di organizzare il trasporto per le partite e abbiamo dovuto trovare soluzioni alternative”. Un’eco di speranza è emersa quando una calciatrice ha scoperto la falsificazione della durata del proprio contratto, riuscendo a dimostrare la manipolazione grazie alla copia originale.

Il lato peggiore della vicenda ha riguardato le molestie subite da una giovane calciatrice da parte di un uomo legato alla proprietà del club. “Ho ricevuto messaggi inappropriati che andavano oltre ogni limite. Ho rifiutato le sue avances, ma la situazione non è mai cessata. Quando il nuovo allenatore è arrivato, la squadra sembrava ridere delle mie disavventure. Un giorno, l’ho visto nei miei appartamenti, mentre indossavo solo una maglietta e le mutande. Era una situazione allucinante”, ha dichiarato.

In seguito a questi eventi, l'Assocalciatori (AIC) è intervenuta, offrendo supporto legale per recuperare gli stipendi arretrati e affrontare le violazioni contrattuali. Con l’intenzione di portare il caso davanti alla giustizia, l'AIC sta lavorando per garantire che le calciatrici non restino sole in questo lungo percorso di denuncia e recupero. "Questo caso deve rimanere isolato, non può diventare la norma”, affermano i responsabili dell'AIC. “È evidente che il sistema deve fare di più per prevenire situazioni pericolose e intimidatorie, per garantire che il professionismo nel calcio femminile cresca in modo sano e rispettoso”.

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Sezione: Sassuolo Femminile / Data: Lun 30 settembre 2024 alle 20:30
Autore: Manuel Rizzo
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