Alberto Pomini ha Sassuolo nel cuore. Sassuolo ha Alberto Pomini nel cuore. Noi di SassuoloNews.net abbiamo avuto il piacere di fare una bella chiacchierata con lo storico ex portiere neroverde, che ha indossato la maglia del Sasol dalla C2 alla Serie A dal 2004 al 2017, e ha già vissuto la situazione di grossa difficoltà che sta vivendo adesso il Sassuolo di Ballardini. Una chiacchierata in cui abbiamo scoperto una persona diversa dalla maggior parte delle persone che frequentano il mondo del calcio e in cui ci siamo fatti raccontare anche i segreti di quel famoso 4-3 con la Fiorentina, a pochi giorni dal ritorno al Franchi di Firenze, sperando porti fortuna. Dopo l'anticipazione di ieri, ecco l'intervista completa.

Sassuolo penultimo con 26 punti a 5 giornate dalla fine. Con il Lecce una brutta sconfitta. Quello che più ha destato sconforto è stata la mancanza di grinta e cattiveria, una squadra senz’anima nel giorno più importante. Tu avresti dovuto sbranare l’avversario e invece sei stato sbranato e non hai nemmeno provato a reagire.
"Ho visto la partita e più che senza anima ho visto una squadra molto slegata ma chiaro che ti trovi 2-0 dopo 15 minuti che hai preparato la partita della vita in un momento così, psicologicamente puoi avere un contraccolpo perché poi al Lecce gli è andata bene ha fatto anche tutto quello che doveva fare nella maniera perfetta per cui sicuramente non è un attenuante ma trovarsi 0-2 dopo 15 minuti in un match così importante poi non ti toglie quelle che sono le energie anche nervose che magari avevi accumulato durante la settimana. Comunque a prescindere da quello, si è visto un Sassuolo che è sempre ha giocato la partita però non ha mai dato l'impressione di poterla recuperare, questo forse è stata la cosa più eclatante della partita, il responso più grande della partita e c'è un po' di rammarico perché era la partita che poteva dare non dico una svolta ma comunque un po' di slancio per in finale di campionato".

Quella con il Lecce è una partita che complica tanto i piani salvezza. Parliamo del calendario: Fiorentina, Inter, Genoa, Cagliari e Lazio. Ora non si possono fare calcoli o tabelle…
"Che la situazione del Sassuolo sia complicata lo dimostrano la classifica e i punti perché comunque essendo penultimi hai la necessità per forza di dover recuperare da quelle che ti precedono e non dipende solo da loro perché purtroppo anche se tu sei in una situazione favorevole e cominci a fare risultati non dipende più solo da te, però è anche vero che ormai mancano cinque partite e devi vendere cara la pelle e e tra virgolette potresti essere anche un po' più sbloccato mentalmente perché comunque sai che ogni partita potrebbe essere l'ultima spiaggia per cui l'unica cosa che preoccupa un pochino è il fatto che le altre davanti fanno risultati e giocano le partite: l'Empoli ha battuto il Napoli, il Cagliari ha pareggiato 2-2 con la Juventus all'ultimo minuto, il Verona ha vinto al 93', il Lecce con questa vittoria non è definitivamente fuori ma comunque a 35 punti si è messa bella tranquilla, il Frosinone anche se è quella che magari coi risultati adesso sta rendendo un po' meno ma forse a vedere le partite è quella che dietro mostra il calcio migliore, per cui è una lotta avvincente. In questo momento il Sassuolo si trova svantaggiato ma per punti e classifica perché a parte l'Udinese poi le altri sono a 31 Cominciano a esserci diversi punti di distacco, cominciano a pesare, quindi c'è bisogno di un cambio di marcia ma penso che non lo dobbiamo dire noi, penso che se lo dicano anche loro".

Domenica appunto c’è la Fiorentina, memorabile quel 3-4 del primo anno. Intanto ti chiedo i tuoi ricordi su quella partita e poi come la vedi per domenica?
"Ricordo benissimo Fiorentina-Sassuolo 3-4 perché è stata la partita forse decisiva per l'obiettivo finale perché con quella vittoria riuscimmo a salvarci addirittura a una giornata dalla fine. La Fiorentina è in corsa in tante competizioni, ha giocato la semifinale di ritorno di Coppa Italia, avrà la semifinale di Conference, però è chiaro che gli avversari giocheranno al massimo. La Fiorentina è una squadra rodata, magari il girone di ritorno non lo hanno fatto all'altezza dell'andata ma è una squadra forte. Chiaro che una vittoria del Sassuolo sarebbe una manna dal cielo ma è complicato. Archiviata la Fiorentina poi dovrai subito pensare all'altra perché ormai sono 5 battaglie e c'è da metter dentro quel temperamento e quella cattiveria in più che forse con il Lecce è mancata, non è un'attenuante, quella grinta e quella cattiveria anche perché la partita si è incanalata subito nel binario dei giallorossi".

Quel primo anno in Serie A viene spesso tirato in ballo tra corsi e ricorsi perché fu una grande rimonta. Vedi delle similitudini tra le due annate? E quale fu il segreto per raggiungere quella salvezza?
"Di similitudini col primo anno non ne vedo neanche una perché quell'anno eravamo al primo anno di Serie A della storia, eravamo tanti giocatori inesperti ed eravamo partiti con grande difficoltà, la società doveva un attimo inquadrarsi con la massima categoria che non si era mai inquadrata, poi ci fu un mercato di gennaio dove venne stravolta la squadra, dove hanno preso tutti i giocatori di esperienza perché se mi viene in mente Brighi, Biondini, Cannavaro, Peluso e tutta la lista di quelle persone, fu richiamato poi Di Francesco in panchina creando quell'ambiente che ci ha permesso di arrivare per cui insomma è stata sì una stagione travagliata ma tra virgolette un po' tutti e tutto l'ambiente si aspettava di vivere una stagione così, non magari così travagliata ma una stagione dove dovevi soffrire, mentre quest'anno il Sassuolo arriva da 10 stagioni di serie A e dove comunque tutte le stagioni a parte il primo anno poi è sempre stata abituata a stare la maggior parte delle volte la parte sinistra della classifica e probabilmente la stessa società e lo stesso ambiente non pensava si trovasse in questa situazione quest'anno, per cui ripartire quando ti trovi poi con l'acqua alla gola diventa complicato e probabilmente il Sassuolo sta trovando difficoltà in questo, ecco per cui non vedo grandissima similitudine con quella prima stagione. Poi io mi auguro, anzi sono il primo tifoso che spera che possa andare a finire così perché il Sassuolo ce l'ho nel cuore perché è stato 15 anni per cui non posso che fare il tifo per loro, però è chiaro che le difficoltà quest'anno sono veramente tante".

Il fatto che questa squadra non sia abituata a lottare per la salvezza è davvero un fattore che può incidere?
"No, non è questione di abitudine, è questione che tante volte quando poi si cambia l'obiettivo in corsa si fa fatica ad entrare in quella mentalità e poi la difficoltà grande quest'anno del Sassuolo è quella che veramente penso che sia la lotta salvezza in Serie A tra le più avvincenti degli ultimi anni perché tutti di solito due.tre squadre sono sempre staccate e per cui arrivavi verso le ultime tre-quattro partite che a giocarsi la salvezza due-tre squadre, quest'anno invece sono 5-6 e sono squadre che sono abituate a fare anche del calcio sporco, a dare dell'aggressività, hanno ambienti caldi perché anche l'ambiente in certi momenti conta perché abbiamo visto anche in Sassuolo-Lecce quanti da Lecce sono arrivati, quanti ti supportano, che poi non è un fattore che può determinare il risultato però aiuta tanto avere un ambiente che ti spinge e Sassuolo inevitabilmente al di là di dei grandi appassionati che ci sono e che sono da ammirare poi la piazza ha sempre avuto un po' quella caratteristica lì, per cui se metti insieme tutte queste cose poi alla fine devi vincere con la Fiorentina, la conclusione è quella (ride). Devi fare necessariamente tre punti però il problema è che comunque sei in una situazione che anche dove si vince con la Fiorentina poi prendi morale ma dopo sei punto a capo di nuovo perché devi cominciare a ripensare alla prossima, però è chiaro che in questo momento un'iniezione di fiducia sarebbe oro colato".

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La maggior parte delle critiche sono all’indirizzo di Giovanni Carnevali per aver allestito una rosa non all’altezza e per aver sottovalutato la situazione a gennaio. In molti si dimenticano però che se il Sassuolo è diventato un modello lo si deve anche al lavoro fatto da Carnevali negli ultimi 10 anni...
"L'analisi da fuori è facile nel senso come dici tu ci dimentichiamo che il Sassuolo è 11 anni che è in Serie A per cui bisogna dar merito a tutto l'ambiente, dalla famiglia Squinzi a tutti i giocatori che sono passati ma anche alla dirigenza che ha permesso di diventare una realtà così perché poi non ci dimentichiamo anche gli investimenti fatti io sono stato al centro sportivo anche poco tempo fa e il Sassuolo è diventata una società di altissimo livello per il calcio italiano. Per quanto riguarda il mercato di quest'anno bisogna capire anche quanta disponibilità ci fosse per poter fare un mercato rivoluzionario a gennaio, perché così senza portafoglio è facile dare i giudizi e dire bisognava prendere questo, bisognava prendere quell'altro, però poi le dinamiche interne della società giustamente non vengono fuori per cui io posso pensare che se non sono stati fatti determinati interventi non siano stati fatti non solo per non aver percepito il pericolo ma perché magari era una necessità, una politica, che comunque aveva pagato fino ad adesso. Poi sono d'accordo anch'io che quest'anno la rosa non sia magari a livello degli ultimi anni perché comunque sono passati tanti giocatori che sono stati venduti, giustamente, poi però una società che deve sopravvivere vende a grandi squadre per cui è chiaro che quest'anno magari non hai trovato i grandi giocatori che c'erano prima ma se vai a vedere la rosa del Sassuolo secondo me non è una rosa che ha tanto meno rispetto a quelle squadre che stanno davanti".

Non posso non farti una domanda sui portieri perché tra le scelte di quest'anno anche quella di puntare su due portieri forti come Consigli e Cragno per creare una competizione interna e ha funzionato ma Andrea qualche crepa l’ha mostrata e ora più di qualcuno vorrebbe vedere in campo Cragno. Cosa ne pensi? Ballardini dovrebbe rivedere le gerarchie?
"Sei in Serie A e ci vogliono due portieri di livello, anzi forse anche tre perché poi dopo sottovalutiamo sempre Gianluca (Pegolo, ndr) ma è lì che fa il suo lavoro e sicuramente fa un lavoro importante per cui è chiaro che a inizio anno una gerarchia la devi dare e Andrea non deve dimostrare niente a nessuno perché i numeri parlano chiaro, è una colonna portante del Sassuolo, è stato una colonna portante di questi 10 anni di serie A, probabilmente è stato la colonna fondamentale, il numero di prestazioni e le qualità delle prestazioni di questi ultimi 10 anni parlino chiaro. Sai uno che fa 500 partite di serie A e mi viene un po' da ridere che venga messo un po' in discussione, soprattutto quando mancano cinque partite alla fine. Chiaro che quando hai due portieri di di caratura c'è il rischio poi che al primo errore la piazza possa volere quell'altro, poi al primo errore dell'altro la piazza vuole tornare su quello che era titolare in precedenza, perché quando si hanno due portieri di caratura è facile puntare il dito e dire 'cambiamo' perché c'abbiamo un altro bravo però è chiaro che da dentro, almeno io ho fatto il portiere, penso che l'allenatore debba dare un minimo di equilibrio soprattutto in un ruolo così delicato e in un momento così delicato. Poi per carità, le scelte possono cambiare e quello non lo metto in dubbio, però se si dovesse badare tutte le volte a quella che è l'opinione pubblica dovesti cambiare 11 giocatori tutte le domeniche perché di solito, e lo dico per esperienza, quando le cose van male quelli che non giocano sono sempre più bravi di quelli che giocano: questa è l'esperienza che mi sono sempre portato a casa quando hai una squadra tra virgolette di livello, quei giocatori che si equivalgono, quelli che non giocano sono sempre quelli più bravi di quelli che giocano, parlo della pressione della piazza. Noi giocatori poi siamo abituati, Nel senso che noi giocatori, gli staff, chi va in campo è abituato a questo genere di considerazioni, a questo genere di pensiero, però insomma non stupisce e non toglie neanche tranquillità a chi deve scendere in capo perché comunque si è abituati, si è allenati anche a questo".

Quest’anno poi è cambiato allenatore, da Dionisi a Ballardini. Il nuovo tecnico è un mago delle salvezze ma nelle ultime partite è finito nel mirino della critica per alcune scelte e per i risultati che non stanno arrivando. Qualcuno dice che sarebbe dovuto arrivare prima. Tu come la vedi?
"Siamo sullo stesso discorso di prima. È difficile commentare delle scelte da fuori, comunque chi fa le scelte è perché sente, annusa, anche l'ambiente per cui ti ripeto io non so quanto fosse stato prima il bisogno di cambiare, quanto c'era bisogno prima. Chi decide poi se respira anche l'ambiente capisce quando è il momento di cambiare per cui anche lì è difficile giudicare quando andava fatto, quando non andava fatto, se andava fatto, perché comunque c'è chi vive lo spogliatoio tutti i giorni, ha sicuramente molte più sensazione di noi. Chiaro che i risultati non stavano arrivando e si è provato a dare una scossa, si è preso comunque l'allenatore che è abituato ad entrare, soprattutto negli ultimi anni, a campionato in corso, soprattutto nelle ultime giornate a portare a casa magari il risultato, per cui si è pensato che Ballardini fosse la persona più giusta e in questo momento i risultati non stanno arrivando ms mancano cinque partite e finché l'aritmetica non condanna è giusto lottare".

Riuscirà il Sassuolo a salvarsi?
"É una domanda a cui è impossibile dare una risposta, perché ci sono talmente tante squadre sotto che stanno dimostrando veramente di meritare tutte la salvezza che si giocherà tutto fino alla fine. Tutte le squadre che stanno lottando per un motivo o per un altro come ti dicevo prima meriterebbero di rimanere in serie A, perché Il Lecce ha fatto un grande campionato, sopra le aspettative con tanti giovani, il Verona con tutte le difficoltà che ha avuto è ancora lì che lotta pur avendo cambiato 16-18 giocatori, ha venduto e svenduto tutti i giocatori che poteva vendere ed è ancora lì che lotta, il Frosinone sta giocando con tanti giovani e sta facendo un ottimo campionato anche se il girone di ritorno è un po' calato ma sta facendo forse quello che è il più bel gioco delle squadre dietro, l'Udinese ha forza per cui è impossibile rispondere a questa domanda, è impossibile, ma non perché me l'hai chiesto tu giornalista che segue il Sassuolo ma me lo chiedesse un giornalista dell'Udinese, me lo chiedesse un giornalista del Verona, risponderei allo stessa maniera perché è complicato per tutti".

Infine parliamo di te. Hai vissuto un'epopea con il Sassuolo. Ora sei impegnato, fai il preparatore dei portieri della selezione di Lega Pro, ma io mi ricordo che un anno fa, durante il ritiro di Vipiteno, sei salito da quelle parti per incontrare Carnevali. È vero? Ci poteva essere in ballo un tuo ritorno a Sassuolo e ti auguri comunque un giorno di tornare?
"Ricordi bene! Io ero andato più che altro per andare a trovare Alessio e tutto l'ambiente perché io ci torno abbastanza spesso, conosco tante persone per cui sì non ti nascondo che avevo fatto una chiacchierata per cercare di capire se ci fosse non dico posto ma comunque se si poteva affrontare un discorso. Io avevo appena smesso, ero ancora tra virgolette un po' indeciso su quello che volevo fare per cui più che altro non ero andato per costruirmi un futuro ma comunque ero andato per passare un po' del tempo e per capire se ci poteva essere margine. Chiaro che Sassuolo è casa mia, la sento casa perché sono stato 15 anni per cui quando vengo lì, un po' anche gelosamente, sento di aver partecipato in maniera attiva a quello che è diventato, al di là delle difficoltà del momento, per cui per me sarebbe sempre un onore però non me ne faccio un cruccio, un'ossessione, e cerco di lavorare, cerco di migliorare, perché comunque per me smettere di giocare e ripartire con una carriera nuova è stato come rimettersi in gioco e rimettersi a disposizione. Cerco di imparare perché comunque è giusto ripartire da zero, poi de son rose fioriranno in futuro ma diciamo che in questo momento non è la mia priorità".

Si ringrazia Alberto Pomini per la disponibilità e la cortesia dimostrate in occasione di questa intervista

Sezione: Esclusive / Data: Ven 26 aprile 2024 alle 16:00
Autore: Antonio Parrotto
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