Gigi Cagni, recordman di presenze (485) da calciatore nel campionato cadetto e tecnico, tra le tante, del Piacenza degli italiani (due volte promosso in Serie A), ha parlato del campionato di Serie B ai microfoni di TuttoB. La vittoria dello Spezia nello scontro diretto col Pisa ha rilanciato le quotazioni dei liguri in chiave secondo posto. Chi la spunterà delle due? “Sarà determinante la condizione psico-fisica, perché già in Serie A fatico a vedere grandi giocatori (sul piano tecnico) e a divertirmi, in B men che meno: qui la qualità tecnica dei singoli è molto bassa. Di fatti ci sono solo 8 punti tra l’ultima squadra che oggi accederebbe ai playoff e la prima in zona playout”.

La Cremonese (ieri vittoriosa anche a Palermo) ha dimostrato di poter sopperire all’assenza prolungata di Vazquez: un segnale alla concorrenza in ottica playoff...
“Ai playoff – come dicevo – bisogna arrivarci in certe condizioni e la qualità pagherà: su questo non ci piove. Certo, i playoff vanno giocati, però il distacco di punti tra Spezia e Cremonese qualcosa vorrà pur dire… Detto ciò, è difficile fare previsioni nel contesto di un campionato in cui, Sassuolo a parte, le qualità sono decisamente minime”.

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Come si spiega lo ‘schizofrenico’ andamento del Cittadella, capace di imprese straordinarie a Pisa e Castellammare di Stabia e poi di rovinare tutto in casa? Pesantissimo l’1-5 con il Sudtirol (quarto ko interno consecutivo).
“Il Cittadella è una realtà consolidata della Serie B ma quest’anno vive un’annata particolare, di quelle che possono capitare. C’è stato un periodo in cui molte società prendevano giocatori giovani di qualità da lanciare, adesso però mi pare che i serbatoi si siano svuotati… Questo comunque è un problema del calcio italiano in generale: bisogna sempre stare attenti al lato economico e capita di sbagliare l’annata, è impossibile indovinare sempre tutto. Comunque, ribadisco, osservando la parte alta e la parte bassa della classifica non mi pare di ravvisare grandissime differenze, perché la qualità non è alta. Tante volte mi sono chiesto, guardando il campionato cadetto, chi di questi giovani giocatori possa approdare in Serie A… Certo, se oggi Coda, che ha più di trent’anni, diventa determinante per la Sampdoria, vuol dire che c’è qualcosa che non funziona… Occorre intervenire perché la differenza, a livello tecnico, tra la A e la B è troppo marcata”.

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Sezione: News / Data: Sab 15 marzo 2025 alle 10:04
Autore: Sarah G. Comotto
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