Dopo Filippo Romagna anche Andrea Ghion, a passeggio per il centro di Sassuolo, ha rilasciato l’intervista ai canali ufficiali del club. Il centrocampista neroverde ha ripercorso i suoi passi nel professionismo, gli esordi, la parentesi Catanzaro, l’infortunio e il rapporto con i compagni di squadra del passato e del presente. Classe 2000, il calciatore mantovano, ha anche parlato della vita extra campo e il percorso di crescita che lo ha riportato quest’anno ad indossare la maglia del Sassuolo. Spazio anche ad aneddoti simpatici come quelli che lo legano a Berardi e all’esordio in Serie A con De Zerbi in panchina.

Una lunga esperienza a Sassuolo...
"Ho fatto molte partite nel settore giovanile. Sono arrivato qui quando avevo 15 anni dopo aver avuto una breve esperienza a Parma. Mi ha portato qui il direttore Palmieri e ho avuto modo di avere allenatori importanti per la mia crescita, conoscere compagni che poi sono diventati, ad esempio Raspadori, giocatori importanti. È stato un momento molto significativo per la mia carriera e quindi sono molto contento di questo mio percorso".

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Palmieri?
"Quando ero nel settore giovanile Sassuolo Palmieri è stato fondamentale per me. Come un padre nel mondo del calcio mi ha dato consigli nel momento del bisogno, mi ha fatto crescere, mi ha spronato quando magari mi vedeva un po' più così e mi ha dato quella giusta cazzimma. Si può dire che lui è molto molto schietto e m'ha detto da qui non ti muovi, sarai un un giocatore importante per la mia squadra e a me ha fatto molto piacere".

L'esordio in A?
"Il mio esordio in Serie A è stato un momento molto emozionante perché è il sogno un po' di tutti i bambini e mi ricordo che De Zerbi mi chiamò e Locatelli che era in panchina mi lanciò la maglia, mi ricordo proprio questa immagine, poi sono entrato e quegli 8 minuti ho corso dietro a tutti, avevo le gambe che mi tremavano e appena finita la partita ho chiamato mia mamma: era un momento emozionante, volevo renderla felice".

Carpi?
"L'esperienza Carpi è stata prima vera esperienza da professionista, molto formativa perché m'ha aiutato a crescere e Pochesci ha avuto un ruolo importante per me perché mi ha dato tanta fiducia, mi ha fatto giocare tutte le partite e per uno che esce dalla Primavera secondo me è fondamentale giocare con continuità, trovare un approccio con i grandi perché è molto formativo infatti anche quando parlo con i giovani della nostra squadra o delle squadre con cui ho giocato ho cercato di spiegarlo perché l'ho vissuto in prima persona ed è una cosa che ti fa crescere, non devi fare il passo più lungo della gamba".

Perugia?
"A Perugia ero molto curioso di valutarmi in serie B. Ho avuto mister Alvini, con lui non ho giocato molto ma è stata un'esperienza che mi ha aiutato a crescere. Poi dopo ho fatto un passo indietro per farne due avanti".

Catanzaro?
"Catanzaro diciamo che è stata la mia 'rinascita'. Non mi aspettavo di fare così bene, di risultare così importante. Per la città sono stati due anni spettacolari, abbiamo vinto il campionato, c'era un entusiasmo pazzesco e io infatti ringrazierò sempre la società e tutta la città di Catanzaro".

L'infortunio?
"L'infortunio è arrivato nel momento migliore che potessi avere perché stavo giocando con continuità in serie B e non me l'aspettavo. Sembrava meno grave del previsto, io ho fatto di tutto per per tornare e per essere pronto per i play-off, poi c'è stata la ricaduta con conseguente operazione. Quando ero lì nel letto in Finlandia ho pensato che tornerò più forte di prima e che supererò anche questa. E così è stato".

Berardi?
"Con Dome abbiamo fatto la riabilitazione insieme anche con Luca D'Andrea. Diciamo che il tempo è passato più velocemente, essendo in tre scherzavamo, abbiamo scherzato tanto, è stato molto molto divertente. Poi lui è una persona molto molto umile, generosa, è stato anche bello passare del tempo con lui. Mi fa sempre un po' di battute, mi dice che sono scarso così, e quindi dai fa un po' ridere. Poi anch'io contro batto 'anche tu'". 

Calciatore preferito?
"Il mio idolo è Andres Iniesta. Son cresciuto vedendo quel Barcellona, secondo me la squadra migliore di tutti i tempi. All'inizio era Messi, poi vedendo e crescendo è diventato Iniesta essendo anche del mio ruolo. Lui era qualcosa di magico".

Raspadori?
"Con Raspa ho fatto sin da quando avevo 15 anni fino alla alla prima squadra. Lui è sempre stato capitano, io vice capitano, poi quando lui è andato in prima squadra io sono diventato capitano. Raspa è un ragazzo favoloso, ha una qualità incredibile".

Il ritorno a Sassuolo?
"Io sapevo comunque che avrei fatto ritorno a Sassuolo e nella mia mente all'inizio c'era solo quello di rimettermi a posto bene dopo l'infortunio, poi quando ho conosciuto i ragazzi, sono tutti ragazzi per bene che hanno voglia di migliorare, di vincere, questo è molto importante perché il Sassuolo al più presto deve tornare nella categoria che conta".

Grosso?
"Mister Grosso è una persona molto schietta, diretta, è un bravo allenatore e sicuramente ci aiuterà a centrare l'obiettivo della serie A e penso che abbiamo un gruppo che può centrare questo obiettivo".

Esultanza?
"Questa è la mia esultanza, è nato tutto da mio fratello perché a noi ci piace giocare a freccette, ogni tanto ci sfidiamo e allora mi ha detto dai se fai gol Fai questa esultanza".

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Ghion
Sezione: News / Data: Gio 17 ottobre 2024 alle 19:00
Autore: Sarah G. Comotto
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