Gian Marco Ferrari è stato intervistato nei giorni scorsi dal Corriere dello Sport e ha detto un sacco di cose interessanti sulla sua lunga avventura con la maglia del Sassuolo. Il centrale ha svelato di aver ricevuto offerte dall'Arabia, di aver voglia di dimostrare che può dare ancora tanto, e ha parlato anche del rapporto con i suoi allenatori.

Aveva avuto offerte dall’Arabia. Cos’è prevalso alla fine?
"La famiglia e la passione per il calcio".

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Quanto le è servita la lunga gavetta iniziale?
"In Eccellenza, a 16 anni, guadagnavo 250 euro al mese. È stata dura l’anno dopo giocare per 6 mesi nella Berretti del Noceto in C2. Ho capito come si vive il calcio in ogni categoria".

Poi la presenza, con gol, in Nazionale contro San Marino.
"Indimenticabile, forse qualcosa in più avrei potuto fare".

L’obiettivo è tornare in A?
"Sarebbe riduttivo, non ho subito una bocciatura. Non sono vecchio, a me il calcio piace, mi diverto. Ho un obiettivo, ma non glielo dico".

Ha mai pensato al dopo?
"È una cosa ancora lontana. Di sicuro non farò l’allenatore, ci vuole tanta pazienza".

Ha firmato per anno con opzione di rinnovo in caso di promozione. Le farebbe piacere chiudere la carriera a Salerno?
"Non lo so. Per ora sono concentrato solo su quest’anno".

L’allenatore a cui deve di più?
"De Zerbi. Mi chiamava boy scout, mi ha insegnato tanto sul piano del gioco ed a livello caratteriale".

Nel Sassuolo c’è una buona parte della sua carriera e della sua vita. Poi cosa è successo?
"Se due anni fa mi avessero detto che sarei andato via dal Sassuolo per decisione di entrambi, non ci avrei creduto. Avevo fatto un mezzo pensiero di finire lì la carriera. Poi le cose cambiano. Ho sentito delle cose che non rispecchiavano quello che sono, ma non voglio dimostrare nulla. Ringrazierò sempre il Sassuolo".

A Palermo ha rivisto Dionisi.
"Ci siamo salutati e basta".

Cosa pensa dello step on foot?
"Le regole sono regole. Ma ci vuole uniformità di giudizio".

In 4 gare ha il 92,1 % dei passaggi completati, nessuno bloccato da un avversario. E 21 passaggi nell’ultimo terzo di campo.
"Il mister chiede di giocare la palla, di non buttarla, dobbiamo avere il dominio del gioco, a difendere il più lontano possibile dalla porta. E questa è una delle mie caratteristiche. Ho sempre avuto l’etichetta di difensore lento, se non ci avessi messo la testa non sarei arrivato dove sono oggi. Mi è sempre piaciuto Nesta per l’eleganza ed il tempismo".

LEGGI LA PRIMA PARTE DELL'INTERVISTA A FERRARI

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Sezione: News / Data: Sab 12 ottobre 2024 alle 20:08
Autore: Sarah G. Comotto
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