Filippo Romagna si è raccontato ai microfoni di SassuoloChannel tra campo e vita privata durante una passeggiata in centro a Sassuolo. Il calciatore ha parlato ai canali ufficiali del club raccontando dell’infortunio, del lungo recupero, il rapporto con mister Grosso e le aspettative sul campionato di Serie BKT. Spazio anche alla via privata al tempo libero e alla gioia di diventare papà. Ecco le sue parole trascritte per voi da SassuoloNews.net: "Sono molto contento ovviamente del rientro di Domenico (Berardi, ndr), dal lato umano tanto perché è un ragazzo che se lo merita e ha avuto un un infortunio tosto per cui sono molto contento per lui per questo e anche tanto perché sicuramente ci darà una mano, con pazienza perché quando si rientra da questi infortuni bisogna lasciar tempo al ragazzo però ci potrà dare una grande mano. Sui social sì ho voluto mettere una foto perché dai siamo amici, ormai ci conosciamo da diversi anni e al campo passiamo parecchio tempo insieme e stiamo bene insieme per cui sono veramente tanto contento".

L'infortunio?
"Sono stato sfortunato perché ho avuto un infortunio molto molto lungo e non è mai facile quando quando hai questo tipo di infortuni e all'inizio ti sembra che hai perso tutto perché tu passi da vivere per una cosa per come nel mio caso era per il calcio così e alla fine ti ritrovi per tanti mesi a non poter fare la cosa che ti piace di più, il tuo lavoro ma anche la tua passione. A parte i primi giorni, il primo periodo in cui ci vuole del tempo per accettare quello che ti è successo, poi devi metterti in testa un tuo piano, un tuo obiettivo di rientro e affrontare giorno per giorno questo percorso. Sono stato molto fortunato a trovarmi nel Sassuolo Calcio perché non mi ha mai fatto sentire la mancanza di persone dietro a una società che m'hanno aiutato in tantissime occasioni e in questo lungo periodo abbiamo affrontato tante piccole cose ma difficili e insieme abbiamo sempre ragionato come una cosa unica".

SCELTI DA SASSUOLONEWS:

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Palmieri: "La retrocessione ci ha imposto di ricostruire. Via gli scontenti, Berardi ce lo teniamo stretto"

Sei maturato con l'infortunio...
"Son passato da giovane perché mi sono fatto male che avevo 22 anni per cui ero un giovane in rampa di lancio, poi sono ritornato in campo che ne avevo 26. Mi sento maturo però rimango sempre un ragazzo di 27 anni e sì nel calcio a 27 anni sei proprio lì a metà, non sei più giovane ma non sei ancora vecchio. Sicuramente sono comunque maturato tanto non in campo, fuori dal campo però mi è servito tanto ad oggi però mi sento bene, sono contento anche fisicamente dopo tutti questi anni comunque posso dire di esserne uscito".

Grosso?
"Con mister Grosso ci conosciamo da parecchi anni perché è stato il mio allenatore ai tempi della Juventus quando ero in Primavera e siamo stati qualche anno insieme per cui già lo conoscevo, poi non ci siamo più visti per tanti anni e l'ho ritrovato qua quest'anno, per cui c'è un bel rapporto e sicuramente abbiamo lo stesso lo stesso obiettivo entrambi".

Come vedi il Sassuolo quest'anno?
"Siamo all'inizio di questo percorso, non è semplice perché ci troviamo subito in questo campionato che è tosto e per me l'aspetto più difficile è la continuità: non c'è e non ci sarà mai una partita scontata per cui è un campionato molto lungo e secondo me trovare l'equilibrio è la cosa più importante, per equilibrio intendo di riuscire in ogni partita a dare il massimo ed entrare con in testa l'obiettivo di vincere quella partita e o comunque far di tutto appunto per portarla a casa quello è l'aspetto più importante. Per me è un buon Sassuolo, sono state prese delle decisioni forti ma secondo me alla lunga possono pagare".

Sei anche vice capitano...
"Quest'anno ho la fortuna ad essere vice capitano. A me piace tanto perché è una responsabilità che mi prendo molto volentieri in campo e fuori. È una squadra tanto giovane per cui anche il poter aiutare i ragazzi per cercare di farli crescere, per cercare di farli legare anche emotivamente alla piazza ,per cui è un bellissimo ruolo per me".

Quella del calciatore è una vita privilegiata?
"Sì, è vita privilegiata perché ovviamente tutti vogliono farlo e anche perché il tuo lavoro è la tua passione sono la stessa cosa quindi quello è un sogno che in tanti hanno ma in pochi riescono a realizzarlo. Io mi sento davvero privilegiato a fare il calciatore, poi è vero ci vogliono dei sacrifici, ci sono delle rinunce, però mettendo sua bilancia per me stravince il fatto di essere un privilegio".

Come si gestisce la competitività?
"Secondo me tutta questa competitività che c'è si gestisce con il cercare di costruirti una mentalità e indipendentemente dagli altri e da fattori esterni creare quella consapevolezza e quella voglia di dare il massimo in ogni situazione, così non puoi recriminarti nulla perché tanto se sai che hai dato tutto e gioca un altro o perdi però tu sai che l'altro è stato più bravo e quindi non puoi recriminare nulla. Secondo me la cosa più importante è costruirti quella mentalità, ci vuole tempo, ci vuole lavoro, a volte lo capisci anche con le persone giuste a fianco".

Quanto conta avere figure come un mental coach?
"Per me è fondamentale avere una figura come uno psicologo, un mental coach o anche delle persone a te vicine con cui parlare, con cui confidarti perché l'aspetto mentale è tanto importante perché io credo che per raggiungere il massimo di quello che puoi fare, per sfruttare le tue capacità devi investire tanto anche in quello. Io a livello personale parlo tantissimo con la mia famiglia, con i miei genitori, mio fratello, la mia compagna, parliamo davvero tanto di tutto per cui mi fanno praticamente loro da da mental coach".

Sei diventato papà da poco...
"Sono diventato padre a giugno di quest'anno e la mia bambina Eleonora è fantastica. Un'emozione così grande non l'ho mai provata e anche tutt'ora quando ci sveglia la mattina lei ci sorride e ti migliora tutto. Finisco l'allenamento e non vedo l'ora di tornare a casa perché è qualcosa di fantastico, un'emozione che non avevo mai provato e diversa da tutto quello che avevo provato prima, è superiore, non è paragonabile".

Com'è Filippo extra calcio?
"Filippo extra calcio studia all'università, economia, e negli ultimi anni in cui sono stato tanto fuori ho capito che forse era ora di iniziare a costruirsi un futuro, poi ad oggi per fortuna quel futuro lo vedo lontano ma in quei momenti l'ho visto anche molto vicino, per cui cercare di crearmi qualcosa per il futuro. Mi piace tantissimo passare del tempo in famiglia, anche solo uscire passeggiata al parco così e poi con la mia compagna Katherine ci piace tanto andare a teatro, quindi quando possiamo lasciamo la piccolina coi nonni e andiamo magari a teatro e questo, non faccio chissà cosa, cioè stiamo tanto bene anche a casa, così la passeggiatina, torniamo a cena a casa, ecco una vita tranquilla. Vivere in questa zona mi piace perché è una zona tranquilla, si mangia bene, molto bene, e quello è importante per cui proprio sembra fatto su misura per me, perché ripeto è una zona non troppo trafficata, che quello mi pesa molto mentalmente il traffico, e si sta bene, le persone sono son socievoli, sono aperte, sono carine per cui sto veramente bene".

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Romagna
Sezione: News / Data: Ven 11 ottobre 2024 alle 13:21
Autore: Manuel Rizzo
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