"Australia, influencer porta via cucciolo di Volpato alla madre". Stavo ascoltando in maniera disinteressata il tg, quando il mio orecchio distratto ha captato alcune parole. "Oh cazzo". Un cucciolo di Volpato. E adesso il Sassuolo come farà? Il 4-2-3-1 di Grosso? Poi ho capito che si trattava di un cucciolo di vombato. In Australia, i vombati sono una specie protetta, ed è subito scattata l'indignazione. Forse sono una specie protetta perché fanno la cacca cubica. Non sto scherzando. È la loro particolarità. Non ho idea di come vada di corpo l'italo-australiano Volpato e se questo editoriale farà cagare (pardon) ma sicuramente Cristian, un po' come il vombato, è una specie protetta neroverde. Dopo 5 panchine consecutive, due gare da gioiello contro il Bari (ingresso nel secondo tempo) e da titolare contro il Cittadella. Due gare, le ultime, che lo iscrivono tra i giocatori più promettenti in assoluto della B (e non solo) e che fanno ben sperare in vista del prossimo futuro in neroverde. Non che prima avessimo dei dubbi, le sue qualità sono sotto gli occhi di tutti, ma spesso ciondolava per il campo alla ricerca dell'effimero, ora sta imparando a giocare con e per la squadra.

Grosso, a furor di popolo, gli ha assegnato una maglia da titolare. Prima della gara gli ho chiesto: chi può fargli spazio? La risposta: nuovo modulo. Il Sassuolo ha cambiato modulo puntando sul 4-2-3-1 con Pierini al posto di Laurienté squalificato e Volpato sulla trequarti, con Berardi sull'altro lato. Mimmo e Cristian (ma anche Nicholas), parlano la stessa lingua e si sono intesi alla grandissima, dando spettacolo al Tombolato. L'assist di Volpato per lo 0-2 di Berardi è un altro gioiello da preservare, sperando che nessuna influencer statunitense o nessun giornalista italiano faccia scattare l'indignazione.

Il Sassuolo ha puntato sulla qualità ed è passato al Tombolato per la prima volta nella sua storia condannando il Citta alla quinta sconfitta consecutiva interna. Forse lo scarto sarebbe potuto essere più ampio se i neroverdi, invece di 'giochicchiare' sulla trequarti come dei Globetrotters appagati, avessero provato più volte la conclusione da fuori (vedi Boloca) e avessero provato a velocizzare di più l'azione provando a creare più spazi. Questo uno dei difetti, soprattutto nel primo tempo, ma in generale una buona prova, seppur con qualche strafalcione in difesa o nella gestione del pallone a causa di troppa superficialità e leggerezza. Mi è piaciuto molto il commento di Dal Canto dopo la gara: "Abbiamo commesso qualche errore ma il Sassuolo imbroglia come squadra perché è una squadra talmente forte, talmente sicura, alle volte dà la sensazione di giocarsi la partita ma sono dettagli perché vanno in ripartenza e peggio ancora quando partono dal basso perché hanno giocatori di levatura". È vero, spesso e volentieri i neroverdi danno quella sensazione. Anche con il Cittadella è accaduto.

Però nel finale quella sensazione si è trasformata in qualcosa di pericoloso, magari come qualche altro animale australiano ben più pericoloso del vombato. Se non chiudi le partite poi basta una palla in area e anche una gara che sembrava chiusa si riapre. E la capolista, anche se viaggia spedita verso il ritorno in Serie A (+14 sullo Spezia) non può proprio permetterselo!

"Ma s'io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, le attuali conclusioni, credete che per questi quattro soldi, questa gloria da stronzi, avrei scritto articoli...".

Live da Marte. Scrivo questo secondo pezzo di editoriale comodamente seduto sul mio cesso spaziale sul pianeta rosso. Elon Musk ti ho fregato! La cacca, vi avviso, la si fa uguale come sulla terra. Qui è più rossa (non è cubica), su richiesta allego prove. Ci avete creduto? Tanto ormai vale tutto, vero? Anche inventare fantomatici viaggi in trasferta. Al Tombolato di Cittadella. Ed ero da solo. Qualcuno pensa che il giornalismo, che è già allo sbando, sia uno scherzo e lo pratica leggendo gli altri seduto sul divano di casa. Live da Marassi. Tanto una foto dello stadio su internet si trova. E poi eravamo io e Nico. Al Picco di La Spezia. Ed ero da solo. E credetemi, la lista è veramente lunga perché potrei continuare all’infinito. Vale tutto. C’è chi pensa anche che io mi arricchisca con questo “business”. Vieni R.T. che ti faccio vedere i debiti che ho, il mazzo che mi faccio ogni cazzo di giorno, la gente che copia SassuoloNews e i soldi che ci metto di tasca mia ogni volta per andare e venire da Sassuolo per le conferenze, per gli eventi, per le partite in casa e in trasferta, della Primavera, del Sassuolo Femminile. Poi vediamo se qualcuno ha ancora il coraggio di parlare di “business”. Io lavoro. E tifo Casarano. È la mia città. La mia identità. Ci ho vissuto 20 anni, altri 18 li ho passati in Emilia. L’ho messo in chiaro perché non prendo per il culo nessuno e perché mi piace essere chiaro. Che piaccia o non piaccia quello che dico. E soprattutto questo non mi toglie il diritto di dire la mia (giusta o sbagliata che sia) sul Sassuolo, la Reggiana, il Poggibonsi, il Leonzio, la curva del Pisa, l'infrastruttura del Tombolato, le terme di Caracalla, l'ironia di David Foster Wallace in "Una cosa divertente che non farò mai più". Altrimenti, vi avverto, nessuno potrebbe dire niente sulla faccia della terra. Eppure siamo tutti tuttologi. Avrei potuto tranquillamente omettere la mia fede e spacciarmi per un tifoso del Sassuolo da secoli. Ma sono trasparente più del mare del Salento. Seguo il Sassuolo da tanti anni e se alla fine dei video dico Forza Sasol (e sto imparando o almeno ci sto provando a dirlo con la o chiusa) non è per leccare il culo o per avere mi piace. Fatevi dire da chi è in tribuna stampa come vivo la partita. Quello non si compra. Non si inventa. Ma anche se fosse il contrario. Sono un giornalista e lo faccio di mestiere. Punto.

"Ma s'io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, forse farei lo stesso. Mi piace far articoli e bere vino, mi piace far casino, poi sono nato fesso. E quindi tiro avanti e non mi svesto dei panni che son solito portare, ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto".

Avete notato quanta ironia e sarcasmo? Siccome mi sono volutamente trattenuto quando ho scritto della mancata inversione delle curve con la Reggiana, ed è piaciuto molto, ora dovevo rifarmi.

Afin ncho fhfkd ßę%&12yy§. È un saluto in marziano (o martense? O martigiano?). Vuol dire ciao. E Forza Sasol! Sempre meglio di Ffs (Ferrovie Federali Svizzere?), come mi ha scritto il fratello di un giocatore per un 5,5 in pagella...

Sezione: Editoriali / Data: Dom 16 marzo 2025 alle 14:54
Autore: Antonio Parrotto
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