Bari e patta. Un Sassuolo siBaritico che credeva di spuntarla come suo solito grazie alla maggiore qualità spingendo al minimo sull'acceleratore e oziando di qua e di là e non è riuscito a conquistare la sua dodicesima vittoria consecutiva (niente record come il Verona) e non è riuscito a mantenere la porta inviolata per 6 giornate consecutive (si ferma a 5, come il Fanfulla negli anni 40') e vede ridursi il vantaggio da 14 a 12 punti sulla terza ma vede aumentare da 8 a 9 quella sulla seconda. Magia dello scontro diretto tra Spezia e Pisa che ha visto capitolare per la seconda settimana consecutiva la formazione di Pippo Inzaghi che, anche questa volta come una settimana fa, ha perso una partita senza subire tiri in porta e parate del proprio portiere (sigh!). "Ma come abbiamo fatto a perdere 3-2?" (semi-cit).

Il Sassuolo non ha approfittato al 100% dello scontro diretto tra le dirette inseguitrici pareggiando in casa contro un Bari arcigno e ben messo in campo, che ha vinto il duello tattico con i neroverdi, specie nel primo tempo. Merito a Longo che ha chiuso gli spazi sugli esterni provando a colpire poi con un gioco corale, con un buon possesso palla e con lo sviluppo della manovra che ha portato Dorval e Benali a sinistra a creare diversi grattacapi alla formazione neroverde. Una formazione, quella di Grosso, dalla quale però è lecito aspettarsi di più.

È vero che quest'anno a Sassuolo è tempo di vacche grasse (o Grosse se preferite) ma è altrettanto vero che da una squadra che manda in tribuna per scelta tecnica Cas Odenthal e lascia fuori per scelta gente come Verdi, Bonifazi, Obiang, Volpato, Pierini, Mulattieri, ecc ecc, e che sarebbero titolari in qualsiasi squadra di B, qualcosa in più dal punto di vista del gioco, della performance e della manovra è lecito attendersi. E non è la prima volta che accade. E qui arriviamo al grande dilemma: era giusto o non era giusto ripartire dall'undici che aveva frastornato il Pisa appena una settimana fa giocando uno dei migliori primi tempi, se non il migliore, della stagione? L'ho detto anche a Grosso, l'ho detto nel video commento a caldo e lo ribadisco qui: per il sottoscritto era giusto ripartire da quell'undici. Il Sassuolo aveva disputato un grande primo tempo, caricato ovviamente dallo scontro diretto con il Pisa, dalla posta in palio, ed era giusto dar fiducia a quei giocatori che - nonostante non avessero impegnato Semper, vero Inzaghi? - avevano fatto dannare la formazione toscana. È il solito dilemma del senno del poi: se Grosso avesse cambiato avremmo dato la colpa all'allenatore per non aver confermato la squadra che una settimana prima aveva fatto bene con il Pisa.

Poi ancora una volta ci hanno pensato i cambi a risollevare le sorti della gara. Un ispirato Volpato ha trovato il gol del pari evitando la sconfitta, Verdi tra le linee ha messo a disagio la linea difensiva del Bari che per i primi 10-15 minuti della ripresa ha faticato a capirci qualcosa e aveva perso riferimenti. Il 2-1 forse, come ha detto anche Grosso, sarebbe stato troppo e forse serve anche come sveglia a questa squadra che non deve mai abbassare ritmo e concentrazione se vuole restare al top.

Ma d'altronde "stanotte è solo febbre che sale e scende". Vero Mimmo? Anche quest'oggi mi trovo in disaccordo con alcune dichiarazioni dell'allenatore avversario. Mister umilté Longo, dopo la gara, a domanda sull'ottima prova dei suoi difensori al cospetto di un febbricitante Berardi ha risposto: "Secondo me oggi a Berardi la febbre gli sarebbe venuta anche se non ce l'avesse avuta perché nel primo tempo non aveva spazi. Troppo facile accampare alibi". Forse ci vorrebbe un pochino di rispetto in più per un campione d'Europa, caro mister.

Ora arriva l'esame Cittadella, travolto da un grande Sudtirol che ha segnato addirittura 5 gol in 17 minuti. Il Sassuolo troverà una squadra arrabbiata ma un avversario nettamente alla portata. I due punti rosicchiati dallo Spezia comunque non sono un campanello d'allarme. Così come il pari con il Bari in casa dopo 11 vittorie consecutive. Potete comunque preparare lo champagne (quello vero, mica Filippo). Mi raccomando, state alla larga però da quella Gintoneria milanese. Non si sa mai…

P.S.

Trovo vergognoso che chi di dovere non abbia ricordato su tutti i camp con il consueto minuto di silenzio una figura come Bruno Pizzul, che ci ha lasciato pochi giorni fa e che ci ha accompagnato per anni con la sua voce e con il suo racconto sobrio. Ormai si fanno minuti di silenzio - con tutto il rispetto - per il fratello del cugino dell'aiuto magazziniere. Un minuto per uno come Bruno Pizzul era d'obbligo!

Sezione: Editoriali / Data: Lun 10 marzo 2025 alle 15:35
Autore: Antonio Parrotto
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