Da Napoli a Napoli. Se Cristo si è fermato a Eboli, Maxime Lopez ha scelto di proseguire per qualche fermata, fermandosi a Napoli, dove tutto era cominciato. Più o meno. Sì, perché Maxime Baila Lopez aveva segnato il suo primo gol italiano al Maradona (allora si chiamava San Paolo) e proprio al Maradona ha giocato la sua ultima partita con la maglia del Sassuolo, dicendo addio al club neroverde nella miglior maniera possibile, cancellando in un secondo le istantanee neroverde di tre anni, fra alti e bassi, ma che avevano anche un profumo di nostalgia. Quando andremo fra qualche anno a rispolverare quelle foto in nero e verde di Maxime Lopez, forse la nostalgia ci sarà ancora, ci sarà anche un po' di rabbia per quello che sarebbe potuto essere e che invece non è stato.

"Piccolo uomo" che non è il brano di Mia Martini 'dedicato' tra l'altro da Ilary Blasi a Luciano Spalletti ma è uno dei commenti più ricorrenti sui social. Il tifoso, d'altronde, non perdona, si sa, specie poi nel mondo dei social, ma diciamo pure che Maxime Lopez non ha fatto niente per farsi ricordare in maniera positiva dai tifosi del Sassuolo e dall'ambiente del Sassuolo. Le Minot ha deciso di chiudere nella maniera più ignobile possibile, facendosi espellere per proteste perché voleva andare via da Sassuolo. Testa calda lo è sempre stato, lo dimostrano i numeri dei cartellini gialli collezionati come se fossero dei cimeli da appendere sulla parete (in 101 presenze (7.595 minuti) con la maglia del Sassuolo sono arrivati 33 cartellini gialli (32 su 96 partite di Serie A), praticamente un'ammonizione ogni 3 gare giocate, con il picco della stagione 21/22 con addirittura 14 ammonizioni)

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Tanti, troppi, cartellini gialli 'stupidi', evitabili, arrivati per un fallo di reazione o perché aveva perso le staffe, arrivato per una baruffa con un avversario o per qualche parolina di troppo nei confronti dell'arbitro e il rosso di Napoli è stato l'apice. Una situazione non semplice da gestire anche per il Sassuolo che alla fine si è dovuto accontentare l'anno scorso di un prestito oneroso a 1 milione di euro con diritto di riscatto, poi non esercitato dalla Fiorentina, e ora lo ha ceduto al Paris Fc a titolo gratuito con % sulla rivendita pur di liberarsene. Eppure Maxime era andato a Firenze in un club "ambizioso" come lo ha lui stesso definito. Peccato che le ambizioni non coincidessero perché i Viola hanno puntato su altri elementi e forse anche su altre ambizioni e lui è stato costretto a cercare il significato di ambizioso sul vocabolario perché ha accettato la sfida dell'ambizioso Paris Fc, che gioca a Parigi, la città dell'amore dove c'è anche suo fratello Julien, ma milita pur sempre in Ligue 2, la Serie B del calcio francese.

Ben ti sta, potrebbe dire qualcuno. No caro amico, non sono d'accordo, parli da uomo ferito (cit.). I tifosi del Sassuolo, quelli veri, sono degli innamorati traditi e non serbano rancore. Sono solo delusi e traditi da un atteggiamento - quello del signor Lopez - che non augurano nemmeno ai tifosi del Carpi di vivere un'esperienza simile. Si fa per dire. Eppure, le qualità del francese non si discutono e solo chi non capisce di calcio potrebbe mettere in discussione il suo talento. Il problema però è che il talento va curato, va allenato e va accompagnato anche nella testa e l'ex Marsiglia in questi suoi anni in neroverde non sempre è riuscito a far collimare le due cose. Vanno ricordati i gol segnati, spesso importanti e decisivi come quello a Napoli ma anche quello in casa della Juve che resterà nel cuore di tanti tifosi, vanno ricordate le sue giocate, le sue geometrie, ma anche i...suoi 'colpi di testa'! Poi, aggiungiamo, ML8 era forse l'ideale per il gioco di De Zerbi, un po' meno per quello di Dionisi che ricercava più profondità e più immediatezza nelle giocate, mentre il francese era ed è più un palleggiatore.

Peccato. Ecco, forse questo è il giusto finale per la storia di Maxime Lopez con la maglia del Sassuolo. Il suo peccato originale con quel rosso forzato che ha sbiadito per sempre il suo ricordo in neroverde. Bisognava avere più rispetto nei confronti di una società ma di un ambiente intero che di fatto ha dato una nuova chance a Le Minot e gli ha permesso di emergere mettendolo al centro del villaggio. Sì perché Maxime ha lasciato il suo club, l'Olympique Marsiglia che tanto ama, perché non era ritenuto più indispensabile ed è stato acquistato per un tozzo di pane (poco meno di 2,5 milioni più il 30% sulla rivendita). Peccato perché le premesse erano senza dubbio diverse. Peccato per quello che sarebbe potuto essere e invece non è stato. Adieu, Maxime!

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Sezione: News / Data: Gio 29 agosto 2024 alle 16:30
Autore: Antonio Parrotto
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