Intervenuto in diretta dal Cersaie di Bologna su Tutti Convocati su Radio 24, programma con Carlo Genta e Pierluigi Pardo, l'amministratore delegato del Sassuolo Giovanni Carnevali ha fatto il punto sui neroverdi dopo le tre vittorie consecutive in trasferta tra Serie B e Coppa Italia iniziando però a parlare del cammino del Bologna. Ecco le sue parole riprese da SassuoloNews.net: "Sono felice del Bologna in Champions e spero possa proseguire questo cammino. A parte il legame che abbiamo con la società e il presidente mi lega un rapporto d'amicizia con Claudio Fenucci, spero possa andare avanti in Champions e spero poi di poterci rigiocare di nuovo contro in campionato".

Situazione stadi?
"Questo è un po' il problema del nostro calcio perché crediamo che essere proprietario degli stadi è un fattore importante. Mi preoccupo per i club che hanno proprietà straniere che magari hanno messo al primo posto l'acquisizione dello stadio e speriamo che queste proprietà quando capiscono che i problemi con la burocrazia e i tempi lunghi in Italia vedi San Siro che si ritorna di nuovo punto a capo e abbiamo perso la possibilità di ospitare in Italia e a Milano la finale di Champions League che ci penalizza tanto. Noi grazie alla proprietà e alla famiglia Squinzi, più di 10 anni fa, siamo proprietari di uno stadio che è un gioiellino per il nostro calcio. Abbiamo ospitato tanti eventi importanti ma credo sia determinante oggi, è giusto pensare di avere uno stadio di proprietà. È anche vero che queste problematiche dovrebbero averle anche negli altri Paesi europei e invece troviamo stadi all'avanguardia. Noi dobbiamo rispondere ai nostri clienti che sono i nostri tifosi. I tifosi devono poter andare allo stadio e poter vivere quelle due ore in modo diverso, deve esserci una facilità nell'arrivare agli stadi, e se tutto questo non c'è viene penalizzato il sistema calcio perché poi la gente si stufa, se uno pensa di dover pagare per andare a prendersi l'acqua poi ci pensa due volte".

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Il Sassuolo ha iniziato bene la stagione...
"Sappiamo che è un percorso difficile e complicato, si è reso difficile già dall'inizio perché avevamo un gruppo di giocatori che sapevamo che non dovevano più far parte della nuova squadra e siamo riusciti a fare dei cambiamenti. È arrivato Grosso, è arrivato Francesco Palmieri come ds interno, poi ci sono stati nuovi arrivi e nuove cessioni. Nel nostro progetto volevamo trattenerne tre, per cui Doig, Thorstvedt e Laurienté, siamo riusciti a farlo sebbene avevamo delle richieste da club stranieri e abbiamo aggiunto anche vari giovani, ricordiamo che l'anno scorso abbiamo vinto lo Scudetto e poi quest'anno la Supercoppa, sapendo che la B è complicata e difficile, è un campionato che noi conosciamo poco, ma sono fiducioso perché abbiamo mister Grosso che è un ottimo allenatore sul campo e penso che ci potrà aiutare in questo nostro cammino. Non sarà facile ma il nostro obiettivo è risalere al più presto".

Berardi torna a ottobre?
"Sì, dovrebbe tornare a fine mese, a fine ottobre".

E poi a gennaio?
"La cosa più importante è che lui debba ritornare bene. Noi diciamo fine ottobre ma dobbiamo capire da qui a ottobre come riesce a stare. Il recupero sta andando bene, poi a novembre e dicembre quando già si parlerà di mercato, faremo delle valutazioni. Con lui siamo alla finestra. Lui è il nostro campione e vorremmo tenerlo sempre, poi dovremo vedere se ci saranno le condizioni, le sue volontà, è sempre un bell'intrigo".

Sassuolo è un modello perché ha una base di tifosi piccola, per ovvi motivi non per colpa loro. Come siete cresciuti nell'attrattività?
"Sta funzionando bene perché il Sassuolo ha fatto 11 anni consecutivi in Serie A e i numeri sono in crescita. Sassuolo è una città piccola ma ha una grande forza perché ha una proprietà internazionale come Mapei. La famiglia ha sempre cercato di mantenere una linea più come azienda che squadra di calcio. È importante tenere i conti in ordine, questo ci ha permesso di lavorare con i giovani italiani e basta vedere quanti ragazzi adesso sono in nazionale. Abbiamo avuto una crescita sui giovani grazie a una serie di attività di marketing ed eventi non solo sportivi ma sociali, basti pensare alla finale di Champions League organizzata per la prima volta in Italia. Abbiamo organizzato le finali del campionato Primavera, per cui molta attenzione sui giovani e ci stanno ripagando i giovani perché abbiamo tanti numeri in crescita. Tanti club all'estero vogliono l'affiliazione con il nostro progetto Generazione S, per cui tanti aspetti non legati solo all'aspetto del calcio ma a lungo termine e questa è l'idea di avere un progetto a lungo termine. Quest'anno siamo in B e non diminuiamo le attività, tutt'altro, vogliamo investire e portare sempre idee nuove".

Avete lanciato tanti allenatori seguendo una certa filosofia. Avete lanciato anche Allegri che ora sembra essere diventato il mago del catenaccio...
"Se fosse rimasto con noi avrebbe continuato con la nostra filosofia (ride, ndr). La nostra filosofia è andare a scegliere allenatori che la pensano come noi, come noi società. Non c'è soltanto l'allenatore e credo che Fabio Grosso ora sia l'elemento più importante, poi c'è Palmieri, lo scouting, ma tutti rientrano nella nostra filosofia".

Locatelli e Frattesi?
"Credo siano entrambi giocatori molto importanti, poi dipende dalla squadra, dall'allenatore. Per Frattesi non è facile trovare spazio con una rosa così importante, magari trovi un allenatore che cerca un po' più di esperienza e non è facile, ma Frattesi secondo me potrebbe giocare titolare ovunque".

Quali sono le sfide e le priorità per il nostro calcio?
"Una delle cose più importanti oggi è la managerialità. Dobbiamo trovare persone che abbiano una visione internazionale. La Lega sta lavorando molto su questo e credo si possa costruire un percorso di un certo tipo, l'importante è che noi dirigenti siamo uniti sotto idee comuni cercando di pensare al bene del calcio, fare magari ogni tanto un passo indietro quando devi pensare alla tua società. Forse la cosa più complicata è metterci insieme tutti, lo sto scoprendo anche in Lega B quest'anno, non avrei mai immaginato che anche qui ci fossero tante società con idee diverse ma ci stiamo lavorando. Quando si parla di calcio si parla di soldi, quelle che giocano le Coppe, non si pensano alle fatiche, ai sacrifici che vengono fatti sui ragazzi e a quel punto c'è anche un intervento di politica sportiva e diventa tutto complicato".

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Sezione: News / Data: Gio 26 settembre 2024 alle 14:34
Autore: Manuel Rizzo
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