Giovanni Carnevali, a.d. del Sassuolo, ha parlato alla Gazzetta dello Sport. Un'intervista importante in un momento importante e delicato per la formazione neroverde, partendo dal ricordo di Squinzi e della dottoressa Spazzoli: "Mi mancano tantissimo. Ci univa un legame particolare. Squinzi mi aveva dato le chiavi del Sassuolo, ma voleva i conti in ordine. Lo sentivo tutti i giorni, anche solo per il piacere di farlo. Agli inizi ero un po’ in difficoltà e per qualche operazione gli chiedevo cosa ne pensasse. Lui ascoltava e poi mi diceva: 'Decida lei'. Erano due persone fantastiche, così come sono fantastici i figli Veronica e Marco che danno continuità al progetto".

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Il Sassuolo è in difficoltà: quartultimo, seppure con 7 punti di vantaggio sulla terzultima, non vince dal 24 ottobre, ha perso quattro incontri di fila. Carnevali, cosa succede?
"Il Sassuolo sta facendo meno bene di quanto pensavamo. Questo è il decimo anno consecutivo in A, un traguardo straordinario. Qualche difficoltà può starci, bisogna mantenere la calma con la consapevolezza di avere una rosa importante con giocatori di qualità. Ne verremo fuori al più presto".

È più preoccupato o più sorpreso?
"Più sorpreso, perché credo che la squadra sia buona e debba essere ambiziosa. La Serie A è sempre difficile, quest’anno ancora di più perché la lunga sosta per il Mondiale ha un po’ scompaginato le cose. E noi stiamo pagando proprio la brutta partenza dopo lo stop di novembre e dicembre. Adesso non è il caso di guardare il calendario o la classifica, dobbiamo pensare solo a noi stessi: io non sono contento di come stanno andando le cose".

Dionisi rischia? Il suo destino dipende dalla partita con il Monza?
"No, la sfida di domani non inciderà. Dionisi è bravo, noi abbiamo piena fiducia in lui, sta lavorando bene sul campo e infatti dal punto di vista del gioco c’è poco da dire. Mancano i risultati, abbiamo perso incontri che non dovevamo e non meritavamo di perdere. Fatichiamo a segnare, purtroppo. Dobbiamo fare un’analisi e ripartire: ci sta mancando qualcosa".

Vi mancano, banalmente, i gol di Raspadori e Scamacca, ceduti in estate, e quelli di Berardi, Traore e Defrel, molto spesso infortunati?
"Certo che ci mancano i loro gol, ma se pensiamo alle cessioni estive, questa è la politica del Sassuolo: chi ha l’occasione di andare in un grande club, in cambio di una cifra che riteniamo congrua, viene accontentato. Ed è rimpiazzato con giovani di prospettiva, come Alvarez che ha un ottimo potenziale. Berardi e Traore spero siano i nostri acquisti di gennaio, pian piano stanno ritrovando la condizione".

Quindi esclude interventi sul mercato? Ad esempio, un centravanti esperto con un po’ di gol nelle gambe?
"Solo se dovesse capitare un’occasione improvvisa, ma tendo a escluderlo. Per adesso è tutto fermo. E di sicuro non vendiamo Frattesi e gli altri giocatori più importanti. Frattesi e Traore piacciono in Premier, spesso vengono a seguirli osservatori di squadre inglesi. Abbiamo fatto un’indagine di mercato dalla quale risulta che il Sassuolo ha una bella riconoscibilità all’estero".

Nelle due stagioni più difficili della sua storia in A, il 2013-14 e il 2017-18, il Sassuolo ha comunque trovato il modo di risolvere i problemi. Sono i momenti in cui emerge la forza della società?
"Sì, d’altronde la forza della società deve emergere nei momenti difficili. In questi casi la soluzione è stare molto uniti. E cercare di sbagliare meno possibile. Nelle situazioni critiche io cerco di stare più vicino alla squadra e all’allenatore, di far sentire la presenza della società".

Teme che la squadra non sia pronta per vivere le tensioni di una lotta per la salvezza?
"Non ci pensiamo per adesso. Sono convinto che il Sassuolo abbia tutte le possibilità di crescere. Dobbiamo essere bravi ad affrontare ogni difficoltà, anche quelle impreviste. Adesso deve venire fuori la forza di società, allenatore e giocatori".

Si corre il rischio di dare per scontato il grande lavoro che state facendo da anni, in pratica senza tifosi e con la forza della programmazione?
"Si, ho questa sensazione. Ci siamo consolidati nel tempo in una posizione da metà classifica e quindi se scendiamo qualche gradino molta gente si sorprende. Ma noi dobbiamo avere la lucidità di portare avanti il nostro progetto senza guardare solo al risultato sportivo nel breve periodo".

Il Sassuolo è un modello di sostenibilità. Bisogna abituarsi, un po’ a tutti i livelli, che la sostenibilità non può sempre fare rima con risultati?
"In Italia questo concetto fatica a passare. La sostenibilità è alla base del progetto Sassuolo, che riguarda anche i giovani e le donne. Avere il bilancio in ordine per noi equivale allo scudetto. Sassuolo ha 40.000 abitanti, gli introiti da stadio sono davvero bassi, eppure facciamo il nostro percorso con soddisfazione".

Qual è il segreto per vendere così bene?
"Dare il giusto valore a ciascuno. E io poi seguo tutti i giocatori che cediamo nella speranza che facciano bene dimostrando così che la valutazione era corretta. Pensi all’impatto di Raspadori al Napoli: tutti sanno che Jack vale i soldi spesi per lui".

Qual è la prossima sfida del Sassuolo?
"Realizzare il sogno del dottor Squinzi di riportare questa squadra in Europa. E glielo dico in un momento difficile, per farle capire quanto sono convinto del nostro progetto".

E la sua prossima sfida?
"Contribuire alla realizzazione di questo sogno".

Sezione: News / Data: Sab 21 gennaio 2023 alle 09:15
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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