Marlon, dopo 175 presenze tra Spagna, Italia, Francia e Ucraina, è tornato in Brasile e fra pochi giorni giocherà la finale di Copa Libertadores con il suo Fluminense, sfidando il Boca Juniors. Il difensore brasiliano che ha avuto un passato nel Sassuolo dal 2018 al 2021, prima di seguire De Zerbi allo Shakhtar, ha parlato della sua avventura in Europa e in neroverde: “Delle belle esperienze con allenatori che giocano tanto la palla, come De Zerbi e Luis Enrique - ha detto a GianlucaDiMarzio.com - Negli ultimi anni mi è mancata questa idea di gioco. Al Monza, allo Shakhtar e al Nizza sono cresciuto tanto, ma c’era uno stile differente. Qui al Flu ho ritrovato quel modo di giocare che avevo lasciato quando me ne ero andato. La gente qui vive il calcio con molta più passione. Sono molto contento. Abbiamo 3 partite a settimana e di conseguenza tanti voli, ma quando giochi spesso ti diverti, specie se vinci”.

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Il Monza?
“A maggio mi è stato chiesto se volessi continuare: c’è stato un incontro tra Galliani e il mio agente, volevano sapere se fossi disponibile a rimanere un altro anno in prestito, io gli risposi che ero felice, ma che ci avrei dovuto pensare e alla fine decisi così. Avevo una buona offerta da parte del Nizza, Napoli e Lazio si erano interessate, così come anche il Borussia Monchengladbach. Ma non mi avrebbero dato quella visibilità che cercavo”.

Al Nizza ci aveva già giocato nel 2017, ma avrebbe trovato una vecchia conoscenza come Farioli, che aveva incrociato al Sassuolo quando faceva ancora il preparatore dei portieri...
“È una bravissima persona e sta facendo benissimo. Non mi aspettavo altro da lui. Anzi, la sorpresa è stata quando ho letto che iniziava ad allenare, anche se sapevo quanto fosse grande la sua passione. Poi ho visto qualche sua partita e mi sono detto: “Cavolo! Quante cose belle”. Vedendolo ti rendi conto di come si possa espandere questa idea di gioco propositivo che ha Roberto. Farioli è intelligente, sa gestire un gruppo e quando lo vedevo lavorare con i portieri mi rendevo conto che era molto rigido e aveva chiari i suoi obiettivi. Se fai così, il risultato arriva. Spero che possa continuare così al Nizza, dove c’è anche il mio amico Dante”.

De Zerbi?
“Parlare di De Zerbi per me è sempre un onore, ma sono anche in difficoltà perché mi sono innamorato del suo calcio. Sono il fan numero uno. Oggi si vede quanto è migliorato, ma a Sassuolo sapevamo già quanto fosse bravo, per via dei movimenti che ci faceva fare e la libertà che ci dava. Ogni tanto lo sento per messaggio. Guardando alcune squadre come Milan, Napoli, Fiorentina, Bologna e Sassuolo, si può notare qualche punto in comune con quelle di De Zerbi. Già al Foggia aveva quell’idea che si è sviluppata grazie al suo coraggio. Ha dato tanto al calcio italiano”.

La prima volta che ha parlato con De Zerbi?
“Ero rientrato al Barcellona, mi disse: “Dai vieni qua che ci divertiamo, ti farò svoltare la tua carriera”. Io gli risposi che ci avrei pensato un attimo, ma dopo aver riattaccato avevo già deciso di andare al Sassuolo per il rapporto diretto che ha con i giocatori. Quando un allenatore fa così è perché ti vuole davvero. In neroverde sono stato bene con il suo staff, i dirigenti e con la gente che mi ha accolto molto bene. Lasciare il Barcellona per il Sassuolo era una sfida e oggi se mi guardo indietro posso dire di averla vinta perché abbiamo fatto il record di punti e tante belle partite. Aveva ragione De Zerbi”. 

Sezione: News / Data: Mar 24 ottobre 2023 alle 15:16
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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