Febbraio mese “nero” per le squadre di Alessio Dionisi, alla media di 1,23 punti/partita, con score formato da 4 vittorie, 9 pareggi e 4 sconfitte in 17 match disputati. Questo raccontavano le statistiche prima di Inter-Sassuolo. Come è andata a finire lo sappiamo ormai tutti. Cosa pensiamo delle statistiche, anche questa è storia nota (Bukowski diceva: "Non mi fido molto delle statistiche, perché un uomo con la testa nel forno acceso e i piedi nel congelatore statisticamente ha una temperatura media"). E i numeri lasciamo agli altri ha detto Dionisi. Che dice furbescamente di non pensarci ai numeri, ma un po' li guarda, nascosto dietro a quell'espressione di uomo semplice (è un complimento), anzi, "l'uomo più semplice che c'è" per citare Vasco Rossi. E mister Alessio Dionisi, con quella faccia un po' così, con quell'espressione un po' così intanto se la ride mostrandosi persona di grande spessore umano davanti e dietro le telecamere, scendendo in campo in giacca e maglioncino (tanto ci si scalda 'correndo' in panca) e andando in giro come una persona 'normale' in quel di Sassuolo. Una semplicità che ricorre spesso sempre in Toscana, dalle parti di Livorno e ora più precisamente a Torino. Sì, proprio come Massimiliano Allegri. Sono tanti i punti in comune tra Dionisi e Max. Non solo la guida del Sassuolo. Non il corto muso ma la sensazione è che alla base di tutto ci sia proprio la semplicità ma non in modo banale, la complessità della semplicità. E al tecnico neroverde ovviamente auguriamo di ripercorrere la carriera del buon Max.

LEGGI ANCHE: Ti te dominet Milan. Sassuolo da Superlega, Dionisi da leggenda

Dal miracolo Imolese ad ammazza big in Serie A in quattro stagioni. Nel 2019 ha portato l’Imolese al primo storico playoff per andare in Serie B. Poi il grande campionato con il Venezia e la promozione in A con l'Empoli, prima della chiamata del Sassuolo alla quale non ha saputo resistere. Ci sono stati alti e bassi, non dimentichiamolo, e anche noi abbiamo criticato alcune scelte ogni tanto, ma il diktat è sempre stato uno solo: diamo tempo. Sia all'allenatore che alla squadra. Vincere in un anno solo, al primo anno di Serie A, in casa di Juventus (storica prima volta anche per il Sasol), Milan e Inter è roba che nemmeno nei più bei sogni. Un grande slam del calcio italiano! Alessio Dionisi 66 anni dopo Fulvio Bernardini (Fiorentina 55/56), Luigi Ferrero (Grande Torino 46/47) e Pietro Spinato (Vicenza 46/47). Sì, solo 4 squadre e solo 4 allenatori possono vantarsi di aver vinto in casa della Juve, del Milan e dell'Inter nella stessa stagione. E anche i neroverdi di Dionisi sono nel libro dei record.

Un Sassuolo che ora ha iniziato a flirtare con la parte sinistra della classifica e che parte, non solo dai principi di gioco del suo allenatore, cambiati rispetto al passato, ma anche dalla volontà, uno dei concetti basilari della filosofia dionisiaca in neroverde: "E' una qualità importante in una squadra, nella nostra lo è di più perché non sempre ci siamo resi conto, non è volontaria questa cosa delle volte. La volontà ti fa correre all'indietro, ti fa difendere anche con una squadra inferiore, ti fa andare oltre l'ostacolo. Dipende cosa vuol fare uno degli ostacoli, se superarli o se crearsi degli ostacoli, noi ci siamo costruiti un muro davanti all'ostacolo e noi dobbiamo fare questo". Anche Dionisi sulla cresta dell'onda e se andate a chiederglielo farà spallucce, difendendosi dietro alla corazza di determinazione e allo stesso tempo serenità che si è creato. "Non è tanto il sognare ma il voler dimostrare di essere ancora quelli di oggi (con l'Inter, ndr), per migliorare quanto fatto all'andata e per migliorare la nostra posizione il più possibile". Questo è il diktat neroverde. Voglio volere.

Sezione: News / Data: Lun 21 febbraio 2022 alle 14:30
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
vedi letture
Print