Siamo davvero sicuri che questa squadra sia stata costruita bene dall'inizio e non necessitasse di ulteriori ed adeguati rinforzi per non rischiare grosso in questa situazione che si fa sempre più complicata e difficile? L'editoriale post Bologna-Sassuolo 4-2 forse potrebbe già concludersi qui perché la risposta appare scontata a tanti ma evidentemente non a chi decide, che giustamente deve difendere il proprio lavoro e l'operato dei propri collaboratori, che per tanti anni hanno regalato gioielli da mettere in vetrina e poi rivendere a prezzi importanti facendo guadagnare cifre enormi al club, ma nessuno è infallibile e ora bisogna fare i conti con la realtà, senza aggrapparsi al passato vivendo di rendita, perché il calcio ha la memoria corta e poi perché nel calcio, come nella vita, conta solo l'attimo presente. E in questo mercato di gennaio non bisognava pensare, almeno per una volta, al futuro ma dannatamente a questo fottuto presente!

Un presente burrascoso per il Sassuolo che costruisce un futuro incerto e che inevitabilmente aggiunge pressione, nervosismo e aumenta i dissapori, non solo all'esterno. Nel penultimo editoriale avevo parlato di ultimatum di Dionisi al gruppo e di risposte da dare. A giudicare dalle scelte del mister e dalle prove di alcuni contro il Bologna, posso dire che, purtroppo, non ci avevo visto poi così male. Già, le scelte. Scelte per certi versi sorprendenti ma che era doveroso fare. Scelte da applaudire, arrivate con qualche settimana di ritardo, perché Volpato probabilmente farà 10mila tocchi e non corre per la squadra, gigioneggia ed è ancora da sgrezzare (ma è giovane e il tempo è dalla sua) ma è vivo. E la squadra ha bisogno di giocatori vivi. Il coraggio, che più volte è mancato in queste decisioni, ieri stava premiando il Sassuolo. E non può essere un caso. Perché i cambi, lo vedremo tra poco, sono stati in un certo senso sciagurati ma il piano gara di Dionisi - gli va dato atto - era stato azzeccato (e non dimentichiamo le contemporanee assenze di Toljan, Henrique e Berardi).

Poi è arrivato il patatrac con le sostituzioni e il solito crollo, preoccupante perché la squadra fa fatica a finire le gare (problema fisico o mentale?), con 14 gol incassati negli ultimi 15 minuti che hanno portato poi alle 13 sconfitte su 22 gare giocate, con 2 vittorie negli ultimi 4 mesi. Al netto di problemi fisici, ma era necessario farle? Non lo dico parlando col senno del poi, ero perplesso già al Dall'Ara quando sulla lavagnetta ho visto comparire i numeri di maglia di Volpato e Lipani. Chiaro, è più facile, e mister Dionisi è un uomo solo che deve decidere in pochi secondi il da farsi. Ma le sostituzione erano obbligatorie? Proprio per tutto quello che andiamo dicendo da mesi. La rosa non è all'altezza, il livello è basso, chi è entrato dalla panchina difficilmente ha inciso. E allora, sul punteggio di 1-2 e con una squadra in controllo e che è scesa in campo con il giusto spirito e atteggiamento, facendo vedere finalmente gli attributi, perché cambiare? Io, con quel punteggio, e con le risposte ottenute dalla squadra fino al 58', momento dei cambi sbagliati di Lipani e Volpato (quest'ultimo però sarebbe uscito per un problemino fisico, un affaticamento al flessore accusato già al termine del primo tempo), che avevano portato una ventata di gioventù e spensieratezza, oltre a geometrie e giocate utili per la squadra, non avrei mai fatto dei cambi, se non obbligati. Per far entrare chi poi? I fantasmi Ceide e Racic? Questo Boloca? Il solito Ruan che ha timbrato il cartellino con il solito svarione in pochi minuti?

Mi dispiace ma è vero che i cambi hanno abbassato il livello della squadra mentre Thiago Motta, che aveva sbagliato le scelte iniziali rinunciando agli esterni con Urbanski e Fabbian sulle fasce, ha potuto giocare delle carte importanti nella ripresa, come ad esempio Orsolini, ma è anche vero che quei cambi sono stati pensati male. "Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi" scriveva Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne "Il Gattopardo". Ma Dionisi evidentemente lo ha preso troppo alla lettera.

E a proposito di cambi. Le parole di Erlic dopo la gara, da un certo punto di vista, sono molto gravi perché attaccano in maniera diretta i propri compagni. Apprezzabile, molto, la sincerità del croato che non ha utilizzato le solite frasi da 0-0 e ha lanciato un segnale importante allineandosi al pensiero dell'allenatore, al tempo stesso con quelle parole ha attaccato duramente i compagni di squadra: "La gente che entra ci deve dare una mano e così non è stato, poi si fanno queste figure dove sei in partita 70 minuti e alla fine perdi 4-2, ti giri e hai preso 2 gol, ma bisogna stare uniti perché ci sono ancora tante partite ma sempre di meno. Magari qualcuno pensa di poter giocare, poi alla fine hai il tuo spazio e non lo sfrutti, allora la prossima non la giochi". Ecco, queste parole sono sintomo del momento del Sassuolo, sono sintomo che c'è più di qualcosa che non va. Anche e soprattutto all'interno. Ed è molto grave.

Sezione: Editoriali / Data: Dom 04 febbraio 2024 alle 13:28
Autore: Antonio Parrotto / Twitter: @AntonioParr8
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