Peluso e Cannavaro a Casa Sassuolo: "Sasol scelta azzeccata" - VIDEO

Grande pomeriggio neroverde insieme a Federico Peluso, Paolo Cannavaro e Alessandro Matri, tutti e tre protagonisti della prima puntata di A Casa Sassuolo. I tre calciatori (Matri si è unito agli altri due solo nel finale) hanno risposto alle domande dei tifosi e non solo. Ecco le loro dichiarazioni.

Che rapporto avete?
Peluso: "Ci siamo conosciuti a Sassuolo. Avevamo giocato contro ma non avevo mai avuto il piacere di conoscere il capitano".
Cannavaro: "Sì, anche se non mi ricordavo di te (ride). Però ci siamo divertiti"

Qual è la partita che vi è più rimasta nel cuore?
Cannavaro: "Quella contro l'Athletic Bilbao, la tengo tra i ricordi più belli dell'esperienza Sassuolo".
Peluso: "Quella non l'ho giocata purtroppo, quindi dico la vittoria con la Juventus con gol di Sansone su punizione".

Che ricordi avete dell'arrivo a Sassuolo?
Cannavaro: "Io sono partito di notte da Napoli, è stato strano perché andavo via da casa. Mi sono ritrovato in un posto nuovo con tanti nuovi acquisti ma ne conoscevo tanti perché in tanti mi avevano contattato per sapere il mio futuro. Mi avevano dato la fascia di capitano dopo la prima partita ma sono andato da Magnanelli a dirgli che non volevo scavalcare nessuno e che era stato solo un caso".
Peluso: "Io mi sono preparato un po' prima perché sono arrivato a luglio. Venivo dalla Juve, è stato un salto importante, ma conoscevo tanti giocatori perché con tanti ci avevo già giocato e mi avevano preparato al mondo Sassuolo, credo sia un mondo diverso, un ambiente bello, particolare. Poi ho scoperto un grandissimo gruppo e sono orgoglioso della mia scelta".

Avreste mai detto che un giorno il Sassuolo sarebbe arrivato in Europa?
Cannavaro: "Non era facile ma il dottor Squinzi ci ha sempre creduto più di tutti, sin da quando la squadra ha messo piede in Serie A. Quando ho fatto il contratto, con il Sassuolo ultimo in classifica, era previsto un premio per l'Europa League nei prossimi 3 anni, vuol dire che la società ci credeva a fatti e non a chiacchiere".
Peluso: "Anch'io, venendo dalla Juve, ho messo dei premi a salvezza ma mi è stato risposto che c'era un progetto diverso e che se avessi voluto avrei dovuto mettere un premio per l'Europa".

Chi ha pianto di più all'addio di Cannavaro?
Peluso: "Io non mi emoziono spesso ma ancora oggi se penso a quelle immagini mi emoziono ancora. Ho trovato degli amici qui, in quel momento ho visto la fine del percorso e c'era la consapevolezza di non vivere un amico quotidianamente. Le amicizie rimangono e sono contento del suo percorso".
Cannavaro: "Non eri l'unico a piangere e queste sono le vittorie più belle. Avere questi attestati mi hanno reso felice".

Quanto manca Cannavaro al Sassuolo?
Peluso: "Ci avrebbe fatto comodo, in campo e fuori. Ogni volta che arrivavi dovevi aspettartene una, dal petardo sotto le docce ad altro. Ci manca tanto".
Paolo, quanto ti manca Sassuolo?
Cannavaro: "Noi abbiamo trovato una famiglia, nel vero senso della parola. Quando riesco a tornare in Italia, la mia famiglia vive a Modena, i miei figli studiano lì e fanno parte del settore giovanile neroverde e io quando posso vado al centro sportivo e saluto i miei amici. Mi fa sempre piacere tornare e c'è sempre grande affetto e stima e torno volentieri al Mapei Football Center, non ho avuto la fortuna di usarlo ma ho contribuito anch'io, nel mio piccolo, a realizzare i sogni del Sassuolo".

Quale gol col Sassuolo ricordi con maggiore affetto?
Peluso: "Mi ricordo con affetto quello al Benevento, il gol all'ultimo secondo. Dopo siamo andati all'evento di Paolo alla Fondazione, è stato un gol dal doppio significato".

Qual è stata la stagione migliore a Sassuolo?
Peluso: "L'anno dell'Europa League".

Cosa avresti fatto se non fossi diventato un giocatore?
Cannavaro: "Mi sarebbe piaciuto lavorare nel mondo dell'architettura".

Come è stato giocare per la Juve?
Peluso: "Un sogno. Arrivare in un club così importante, il coronamento di tutti gli sforzi fatti da piccolino"

Com'è stato giocare per il Napoli?
Cannavaro: "Indossare la maglia del cuore non capita a tutti. E' stato qualcosa di inspiegabile, non ho mai perso una partita del Napoli da ragazzino, poi mi sono ritrovato a essere giocatore e capitano"

Attaccante più difficile da marcare?
Cannavaro: "Ronaldo il Fenomeno è stato quello che mi ha impressionato più di tutti perché era completo. Io ero giovane ma lui era molto forte".
Peluso: "Ne ho affrontati tanti, forti. Se devo dirne uno dico l'Ibrahimovic di qualche anno fa, è stata una guerra e non una partita".

Federico, Locatelli ha detto di essere migliorato anche grazie a te: ti senti un punto di riferimento?
Peluso: "Sono contento. Credo sia uno dei talenti del nostro futuro e mi fanno piacere queste parole. Spero di aiutare un po' tutti. Mi metto a disposizione, non sono il vecchio rompiscatole ma quello che dà insegnamenti positivi".

Paolo, come ci si sente ad avere un fratello campione del mondo e Pallone d'Oro?
Cannavaro: "Questa è stata la cosa meno pesante perché mi ero affermato anch'io nel calcio importante. Il peso era più all'inizio della carriera. Quando sei piccolo ti dicono perché sei il fratello di Cannavaro, però ragionandoci oggi, dopo 19 anni di Serie A, il fatto che io sempre abbia convinto tutti gli allenatori, ne manca solo uno all'appello, dico che c'era tanto di Paolo nella carriera e non di Fabio. Ho sempre avuto ammirazione per lui ed è stato uno stimolo per me".

Chi è il talento più forte visto a Sassuolo? Chi vi ha stupito di più?
Peluso: "A livello tecnico dico Sensi, ha una tecnica incredibile. Come crescita dico Locatelli perché dall'anno scorso a oggi è diventato incredibile, sarà il futuro centrocampista della Nazionale".

E' più difficile fare il centrale o il terzino?
Cannavaro: "Federico è diventato centrale perché c'era una diceria: quando Federico giocava a sinistra saltavano tutti i terzini sinistri, così abbiamo messo Federico centrale, è stata una mossa tattica societaria (ride)".
Peluso: "Sono due ruoli completamente diversi. Mi piace fare di più il difensore centrale. L'età avanza, poi con mister De Zerbi sei protagonista per 90 minuti".

Com'è stato il salto da una grande squadra al Sassuolo? Lo rifareste?
Cannavaro: "Sì perché avere una società che crede in qualcosa e te lo dimostra con i fatti ti rende meno difficile il salto dalla big. Alla base ci sono sempre le idee del presidente e tutto il resto della società che le segue. Io dal primo giorno ho sempre visto questo".
Peluso: "E' una delle scelte più azzeccate che ho fatto. Sono arrivato dalla Juve ma non ho fatto un passo indietro. Le soddisfazioni che mi sono tolto con questo club li paragono agli Scudetti con la Juve perché ho conosciuto persone incredibili, anche a livello dirigenziale".

Come vi trovavate in reparto assieme?
Cannavaro: "Lui faceva il terzino e sterminava tutti, io facevo il centrale. In quegli anni lì abbiamo avuto una linea difensiva importante, offriva un po' tutto: tecnica, centimetri, corsa, qualità, ignoranza, eravamo una bella linea, è stato facile inserire Federico in determinati meccanismi. Oggi facendo l'allenatore faccio anche altri ragionamenti".
Peluso: "Avevamo una scommessa con Tomei, persa fortunatamente, siamo arrivati tra le prime 4-5 migliori difese del campionato (la scommessa era riuscire a entrare nelle prime 6 migliori). Io e lui abbiamo fatto una bella carriera, Vrsaljko e Acerbi stanno facendo grandi cose".

Anche Alessandro Matri in diretta. Che ricordi hai con Peluso e Cannavaro?
Ale: "Tanti episodi. Noi eravamo sempre insieme, in campo e fuori. Paolo metteva sempre le canzoni napoletane, anche in ritiro, alle 8 di mattina quando facevamo i viaggi dall'Hotel al campo. Federico è irrecuperabile".

Aggettivo per descrivere il Sassuolo?
Matri: "Serietà. Una società che ha dimostrato di avere dei progetti e di voler costruire delle vittorie, 7 anni fa nessuno credeva di assistere a tutto questo. E' difficile trovare un club in A con questo bacino d'utenza e con questa serietà".
Peluso: "Famiglia. A parte la serietà del club, ti fanno sentire partecipe ogni giorno e ti fanno vivere come se fossi in una grande famiglia. A partire dall'albergo dove andiamo, dai dirigenti storici, vivi come in una grande famiglia".
Cannavaro: "Sono d'accordo con voi".