Brian Oddei è uno dei talenti più puri che abbia sfornato il settore giovanile del Sassuolo, guidato da Francesco Palmieri, negli ultimi anni. Il classe 2002 si è messo in mostra in prima squadra esordendo nel 2021 con mister Roberto De Zerbi in panchina, nel match di Torino contro la Juventus, poi ha sfornato due assist contro Cagliari e Roma per i gol di Boga e Raspadori ma la sua carriera non ha preso la piega aspettata: prima il prestito al Crotone in Serie B con alterne fortune, poi il ritorno in neroverde, con Dionisi in panchina, con due fugaci apparizioni e 6 mesi fuori rosa, prima di un nuovo prestito, a gennaio, in Croazia, all'NK Rudes. Ovviamente il tempo è tutto dalla parte di Brian che ora in Croazia può trovare spazio e continuità per tornare più forte di prima. SassuoloNews.net ha avuto il piacere di intervistare il giocatore di proprietà neroverde. Ecco cosa ci ha detto in esclusiva.

SCELTI DA SASSUOLONEWS:

Ognuno la pensi come vuole ma tutti dovrebbero dire grazie a Mapei. Anche i reggiani

Tifosi Reggiana sul Città del Tricolore: "Mapei decide tutto senza chiedere"

Consigli e l'errore nella fatal Verona: striscione dei tifosi del Lecce - FOTO

Ora sei fuori per infortunio. Come stai e quando è previsto il rientro?
"Sì, sto rientrando ma non sarò convocato per la prossima partita perché il club non vuole rischiare ma per la successiva dovrei esserci".

Come va l’avventura in Croazia? Come ti stai trovando sia in campo che fuori? Che livello hai trovato nel campionato croato?
"Mi sto trovando bene. Non ho mai avuto problemi ad andare fuori dall'Italia, riesco ad adattarmi perché parlo anche inglese. Sono qui da un mese circa e per capire avrei bisogno di un po' di tempo però sto bene. Qui c'è un buon livello, ho trovato giocatori bravi e con qualità. C'è un buon campionato per mettere in mostra le mie doti. La Croazia fa bene da anni con la Nazionale, ci sono tanti occhi a guardare i campionati croati, ci sono tanti giocatori ogni anno che dalla B vanno in A, io lo reputo un buon campionato".

Hai avuto modo di parlare con Erlic prima di accettare l’offerta dell’Nk Rudes?
"No, è successo tutto in fretta e non sono riuscito a parlare con lui. Avrei voluto chiedergli dei consigli ma non sono riuscito a incrociarlo anche se avrei voluto tanto farlo".

Perché non sei riuscito a trovare una squadra in Italia, nemmeno a gennaio? Ti sei dato una spiegazione?
"Non sono riuscito a darmi una spiegazione. Non lo so. Per essere schietti: non mi voleva nessuno! Non so per quale motivo, non sto qui a puntare il dito, a dire questo e quell'altro, ma è successo che in Italia non ho avuto offerte e sono dovuto andare altrove. Questa è la motivazione, però non è la fine del mondo, si va avanti. Io dico sempre che l'importante è arrivare, non conta partire per primo. Se si hanno qualità dedizione, sacrificio e impegno soprattutto poi ci si arriva. Non basta solo la qualità o il talento, se hai tutto questo si può sempre arrivare".

Mi racconti i tuoi inizi? Hai iniziato nel Maranello, poi?
"Ho fatto diversi provini, in tante squadre, e alla fine dovevo andare al Bologna, avevo anche firmato per loro, poi sono successe un po' di cose ma avevo fatto anche il provino a Sassuolo, non volevo andare lontano da casa. Le cose col Bologna non sono andate bene, è arrivato il Sassuolo che mi ha voluto e alla fine sono andato a Sassuolo e sono sempre stato lì".

Quanto è stato importante per la tua crescita il direttore Palmieri?
"È stato lui che mi ha voluto. Il direttore è sempre stato importante per me, è stato un secondo papà per me. Mi ha sempre aiutato, è sempre stato lì per me, mi ha sempre difeso davanti a tutti, ha sempre creduto nelle mie qualità, lo ha sempre detto a me ma anche ad altri. Io so che ci sarà sempre per me per aiutarmi. Ho un bellissimo rapporto con lui, mi dice le cose in faccia, sia positive che negative, è una persona schietta, non viene a raccontare bugie. Apprezzo molto la sua figura e lo ringrazio tutt'oggi perché ha sempre creduto nelle mie qualità, è stato importante in questo piccolo percorso che ho fatto sin qui".

Se ti dico 10 gennaio 2021?
"Il giorno del mio esordio in Serie A. Non ho tante parole perché è un'emozione che non riesci a spiegare. Sapevo già che avrei potuto esordire, mister De Zerbi, che è stato un grandissimo allenatore per me e mi ha insegnato molto in poco tempo e lo ringrazio, è sempre stato chiaro con me, me lo disse la mattina a colazione con Traoré. Lui chiese a Junior 'il tuo amico è pronto per giocare?'. Lui rispose di sì, disse 'è prontissimo'. E De Zerbi disse: 'allora se è pronto lo faccio giocare'. Io non ero teso, ero tranquillo, ma ero emozionato in maniera positiva perché il sogno che avevo sempre avuto si stava per realizzare ed ero felice. Poi non mi ha detto più niente. Durante la partita fu espulso Obiang e lì credevo che non sarei più entrato. Due partite prima contro l'Hellas ero pronto per entrare, bastava che la palla uscisse, poi fece gol Berardi e non sono più entrato ma ci fu comunque un'emozione incredibile. Con la Juve, allo Stadium, vado a riscaldarmi, e poi verso il 70' De Zerbi mi chiama e lì ho detto: 'speriamo non succeda niente e mi faccia entrare'. Non me l'aspettavo dopo l'espulsione di Obiang, c'erano giocatori più esperti di me, invece mi chiama e mi fa entrare. Lì non ho più capito nulla, ero come in trance agonistica, non vedevo l'ora di far vedere le mie qualità e ho rischiato anche di segnare. Ero felice".

Per poi arrivare agli altri spezzoni, e agli assist contro Cagliari e Roma.
"Sì, dopo la Juve sono entrato molto più spesso. Ho fatto due assist contro il Cagliari e la Roma. A Cagliari ho visto Boga, gli metto la palla, ed è andata bene perché lui ha fatto gol. Con la Roma non ho visto Raspa, ho fatto l'azione, sono andato sul fondo e l'ho messa dentro, per fortuna c'era Raspadori e ha segnato. Sono state due bellissime esperienze".

Chi ti ha aiutato di più durante la tua esperienza con la prima squadra a Sassuolo?
"Junior Traoré in particolare, ma anche con Boga, sento sempre Junior, siamo come fratelli, lui mi ha dato sempre i consigli giusti. Ci sono stati anche tanti altri calciatori che mi hanno dato una mano come Maxime Lopez, Defrel, lo stesso Obiang che mi ha sempre dato consigli e ogni tanto vado anche fuori con lui, lo stesso Berardi, ho un bellissimo rapporto con lui e quando sono arrivato in Croazia mi ha fatto delle battute per scherzare e mi ha detto di impegnarmi, ma anche i due brasiliani Matheus Henrique e Ruan, però ripeto, in particolar modo ho stretto un bellissimo rapporto con Traoré che mi ha sempre dato una mano".

Se ti dico De Zerbi? Ti ricordi un consiglio in particolare che ti è rimasto impresso?
"Non mi sorprende che stia facendo così bene, è un allenatore che curava al massimo i dettagli. In un allenamento ricordo che sbagliavo come dovevo mettermi e l'ho rifatto più di dieci volte. Lui ha fatto esordire me ma anche tanti altri giovani, quando vedeva che avevi qualità non aveva paura a buttarti dentro perché credeva nelle qualità dei giovani. Mi ha sempre aiutato, è sempre stato carino, quando doveva bastonarmi lo faceva, spesso mi faceva i complimenti. Mi ricordo contro la SPAL, ad esempio, quando avevo giocato titolare in Coppa Italia, nello spogliatoio a fine primo tempo mi chiese 'secondo te perché sei qui?'. E io non ho risposto. Lui mi disse: 'non sei qui perché sei bello o perché qualcuno ti ha fatto venire qui, io ti ho scelto perché sei forte e devi dimostrarmi che sei il più forte qui in mezzo e che quello che penso è vero'. In quella gara feci anche bene, quelle parole mi hanno gasato tantissimo, sentirsi dire quelle parole da un allenatore di quel calibro, ti dà più sicurezze".

La scorsa stagione invece 6 mesi al Crotone dove non hai trovato molto spazio: cosa non ha funzionato?
"È stata un'annata particolare, il Crotone voleva risalire subito dopo la retrocessione in B. È andata male per me ma anche per molti altri. Non ho giocato tanto ma penso di aver fatto bene quando sono stato schierato, spesso sono stato il migliore in campo. Non prendo però solo il negativo, anzi, questa esperienza può servirmi un domani, come fare certe scelte, come fare certe cose in campo, ad esempio quando sono tornato a Sassuolo ho capito altre cose, quell'esperienza mi ha fatto crescere".

Poi sei rientrato a Sassuolo, un paio di presenze. Poi sei stato messo fuori rosa: ci spieghi cosa è successo?
"Non so perché ma l'ho accettato. Io non facevo parte della squadra, ero fuori rosa. Il mister ha fatto le sue scelte, se ha deciso così, non ho alcun problema con lui e neanche lui con me penso. Non so perché sia stata fatta questa scelta ma non la vedo come una bocciatura. Mi sono allenato poi con la Primavera".

Che rapporto avevi con mister Dionisi? Ti ha mai parlato di questa scelta?
"Quando sono ritornato ci sono andato a parlare, lui sapeva che dovevo andare via e quindi per lui dovevo andare via per crescere perché nel mio ruolo c'era Berardi e altri veterani, non ho chiesto spiegazioni".

Sei sempre stato considerato un grande talento: come hai convissuto con tutto questo? Secondo te si sono create troppe aspettative o riesci a non pensarci?
"Non ho mai avvertito pressioni. Riconosco le mie qualità, non credo che le aspettative fossero troppe. So che se non è successo adesso, per dimostrare le mie qualità, presto ci sarà la possibilità per far sì che gli altri lo vedano".

Futuro: dove ti vedi l’anno prossimo e dove ti vedi tra 5 anni?
"Non lo so. Adesso non ho chiaro in mente cosa farò l'anno prossimo ma spero che l'anno prossimo e anche fra cinque anni, sia qua o da un'altra parte, che creda nelle mie qualità e mi dia lo spazio per dimostrare le mie qualità, che sia felice".

Si ringraziano Brian Oddei e Silvijo Škrlec per la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.

Sezione: Esclusive / Data: Ven 14 aprile 2023 alle 10:50
Autore: Antonio Parrotto / Twitter: @AntonioParr8
vedi letture
Print