Alessandro Ahmetaj è stato uno dei giovani che ha salutato il Sassuolo gli anni scorsi per iniziare una carriera altrove. Dopo tanto girovagare il centrocampista classe 2000 è tornato in Patria, in Albania, e ora veste la maglia dell'Egnazia, fresco campione del campionato albanese e che ha perso in amichevole nelle scorse ore contro il Napoli di Antonio Conte. Serata però di emozioni per Ahmetaj che ha incontrato il suo ex compagno di squadra ai tempi del Settore Giovanile Sassuolo, Giacomo Raspadori. Intervistato da CalcioNapoli24 l'ex neroverde ha raccontato Jack e il mondo neroverde.

Nel match contro il Napoli trovi anche un collegamento, perché sei cresciuto con Giacomo Raspadori al Sassuolo. Questa forse è la cosa che i tifosi del Napoli meno si aspettavano.
“Sì, ho un trascorso (ride, ndr): sono nato e cresciuto in Italia, ho avuto la fortuna di giocare con Giacomo a Sassuolo per tre anni di Primavera. Jack è stato il mio capitano, è un ragazzo d'oro e una persona umana, dai valori umani squisiti. E poi il giocatore che sta dimostrando di essere”.

Che compagno di squadra era in Primavera?
“Un trascinatore nato, era un leader, un ragazzo che era sempre disponibile per i compagni già da allora, e quello che lo caratterizzava di più era questa indole: voler vincere, trascinare sempre la squadra, era sempre lì pronto ad aiutare qualsiasi compagno”.

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Ti ricordi un gesto in particolare?
“Prendeva la squadra in carico, davi palla a lui, si metteva giù, non lo spostavi e ti trovava sempre la soluzione vincente. Come possiamo dire, nei momenti di difficoltà faceva la differenza”.

Siete rimasti in contatto, l’hai sentito quando…?
“Sì, gli ho scritto ieri sera tra l'altro, proprio per la maglia se la possiamo scambiare. Mi ha detto sì volentieri, come no. Poi gli ho scritto anche per altri ragazzi che mi hanno chiesto per la maglia di Kvaratskhelia. Mi ha detto che è meglio parlare direttamente quando siamo in campo. Con Giacomo ho un contatto quotidiano, possiamo dire”.

Siete proprio cresciuti assieme, anche fuori dal campo.
“Sono stato prima sette anni a Cesena, però anche quando giocavamo contro, sempre Cesena-Sassuolo avevamo: io giocavo in attacco, facevamo bomber io e bomber lui, poi dopo ho avuto il cambio di ruolo, m’hanno messo davanti la difesa e lì sono poi arrivato a Sassuolo, e ho avuto Jack come attaccante”.

Vi siete ritrovati: abbiamo giocato tanti anni contro, adesso facciamo il bene della stessa squadra.
“Esatto. Quando giocavamo, io assist a lui e lui assist a me, c'era sempre questa cosa. Avevamo una bella chimica”.

Immagino che quando il Napoli ha vinto lo scudetto un messaggio, anche da parte dello zio tifoso, sicuramente l'avrai mandato.
“Ovvio, tra l'altro con Raspadori mi ricordo che gli chiesi i biglietti proprio per la partita di Udine, volevo andarla a vedere, però tra una cosa e l'altra li aveva per i familiari, ne avevano solo tre di biglietti”.

A che giocatore ti ispiri?
“Il mio idolo è sempre stato Roberto Baggio, son cresciuto con le cassette: mio padre me l'ha trasmesso, e mi ispiravo sempre a lui. Però adesso ho cambiato ruolo, c'ho una prospettiva diversa e ora penso a Toni Kroos, è lui quello su cui sono focalizzato di più”.

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Sezione: News / Data: Lun 29 luglio 2024 alle 18:50
Autore: Sarah G. Comotto
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