La rinascita del Sassuolo non si limita ai gol di Thorstvedt, alle fiammate di Laurienté o alle meraviglie di Volpato. Da quando Fabio Grosso ha deciso di cambiare il guardiano della porta, il protagonista silenzioso è Horatiu Moldovan, portiere rumeno classe 1998 che ha saputo portare solidità e sicurezza all'intero reparto difensivo. In questo avvio di campionato, Moldovan ha dimostrato di essere un vero e proprio punto di riferimento, contribuendo in modo decisivo alla scalata verso il secondo posto in classifica dei neroverdi con 22 punti dopo 11 giornate.

Nel penultimo incontro contro il Modena, vinto 2-0, Moldovan si è confermato come l’eroe di giornata, esibendo parate degne dei migliori numeri uno. I suoi interventi decisivi hanno blindato una vittoria che si aggiunge ai risultati straordinari ottenuti da quando ha preso il posto di Satalino, registrando 5 vittorie e due pareggi in sette partite, con cinque gol al passivo, 2 subiti a Brescia e 2 con la Juve Stabia nell'ultimo turno mentre il primo gol era arrivato nel 6-1 in casa contro il Cittadella. Un trend che parla chiaro: l’ex portiere del Rapid Bucarest sta scrivendo una nuova pagina nella cronaca recente del club emiliano.

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La svolta del Sassuolo si è concretizzata a metà settembre, quando Grosso ha scelto di puntare su Moldovan contro la Carrarese. Alla vittoria per 2-0 è seguita una serie di prestazioni che hanno permesso al Sassuolo di risalire la china dopo un avvio complicato, dove fatica e poche soddisfazioni avevano segnato il cammino dei neroverdi. Moldovan, anche in altre occasioni, ha dimostrato di essere fondamentale: il suo intervento decisivo al 95' contro il Cosenza è diventato emblematico, proprio come le parate strepitose effettuate contro il Modena, dove ha negato la gioia del gol a giocatori di qualità come Bozhanaj e Palumbo.

Ma chi è realmente Horatiu Moldovan? La sua carriera è un racconto affascinante che inizia a 12 anni, quando un suo allenatore decise di metterlo tra i pali, cambiando il corso della sua vita calcistica. Cresciuto tra le fila del Cluj e poi del Rapid Bucarest, Moldovan ha accumulato esperienza e fiducia, nonostante il suo percorso non lo avesse portato a sollevare trofei. In queste fasi di crescita, il suo legame con la Romania è rimasto imprescindibile, supportato dalla famiglia e in particolare dal padre, il suo più grande stimolo.

Moldovan ha sempre guardato a portieri di calibro come Iker Casillas, cercando di emulare le sue gesta attraverso ore di studio di video e compilations. Le sue capacità tecniche sono evidenti: riflessi pronti, intelligenza posizionale, e l'abilità di leggere il gioco ancor prima che accada. Tutto questo è culminato nell'interessamento dell'Atletico Madrid, un'opportunità che potrebbe cambiare qualunque carriera, ma che per Moldovan si è tradotto in una chance persa di calcare i campi. Infatti, ricevuto il contratto e l'occasione di firmare, ha dovuto affrontare la realtà di dover competere con un certo Jan Oblak.

Il trasferimento al Sassuolo, quindi, rappresenta per Moldovan non solo una nuova possibilità, ma un’occasione per brillare. Con una percentuale di parate dell’88% e una porta inviolata in quattro occasioni su sette partite, il portiere ha dimostrato di meritare la fiducia riposta in lui. Come riferito dalla Gazzetta dello Sport, i 25 tiri affrontati nelle sue apparizioni parlano chiaro: 22 respinte, numeri da campione. Meglio di lui solo Mike Maignan (93%) tra i portieri che hanno fronteggiato almeno 15 conclusioni. Con lui Grosso e il Sassuolo possono dormire sonni tranquilli.

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Sezione: News / Data: Gio 31 ottobre 2024 alle 12:41
Autore: Sarah G. Comotto
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