La moltiplicazione dei pani e dei pesci è il primo dei miracoli di Gesù, ed è narrato in Matteo 14,13-21 , Marco 6,34-44 , Luca 9,11-17 , Giovanni 6,1-15 , dove con cinque pani e due pesci Gesù sfama cinquemila uomini, e rimangono dodici ceste di avanzi. La moltiplicazione dei Lipani non è il primo miracolo, in senso sportivo ovviamente, di Fabio Grosso ma racconta molto del lavoro fatto dal tecnico neroverde da quando è arrivato sulla panchina del Sassuolo perché i neroverdi continuano a fare incetta di gol nel secondo tempo e anche di gol dei subentrati, a differenza dell'anno scorso quando il Sassuolo andava in vantaggio e finiva sempre col finire rimontato e di far gol con i subentrati proprio non ne aveva intenzione (e infatti non ci è mai riuscito).

Sembra passato tanto eppure sono trascorsi solo pochi mesi. Certo, è cambiata la categoria, ma è cambiata anche la rosa, che è stata ringiovanita ed è cambiato allenatore, che ovviamente incide. Grosso sin qui è stato bravo a gestire la rosa, ad essere credibile con i suoi calciatori, a far davvero credere a tutti di poter essere importanti. Ormai nel calcio moderno e con le 5 sostituzioni non conta solo chi gioca titolare. Ci sono tante partite nella stessa partita e chi entra spesso può essere decisivo e nel Sassuolo tutti lo hanno capito e tutti stanno dando il loro contributo. Quella neroverde è la formazione che ha segnato più gol con giocatori entrati a gara in corso: ben undici, conteggiando anche le due reti di Luca Moro e Luca Lipani ieri contro il Cosenza, almeno più del doppio di qualsiasi altra squadra di Serie B a questo punto del campionato.

Con la solita battuta (che non fa ridere) e che viene utilizzata in questi casi, potremmo dire: ma allora Grosso sbaglia sempre formazione o è bravo a cambiare in corso d'opera? Sin qui la squadra ha sbagliato, se si escludono le prime sfide con il mercato aperto e con la squadra ancora in costruzione e con tanti interrogativi e con alcuni nuovi elementi che non facevano ancora parte della rosa, solo la prova di Pisa che, al di là del risultato, non è stata convincente dal punto di vista della prestazione. Grosso non vuole sentir parlare di squadra spocchiosa, ma a volte quella supponenza che è insita in questa squadra ormai da 'secoli' torna a galla, come a Pisa, e come a tratti forse è successo anche con il Cosenza.

Le scorie di Pisa, i fantasmi del 3-1 della Cetilar Arena, potevano costar caro al Sassuolo, che nonostante abbia avuto il pallino del gioco in mano ha rischiato anche di capitolare a più riprese, anche dopo il gol dello 0-1 di Venturi. Questa squadra però ha le palle quadrate, lo ha dimostrato in più di un'occasione, e ribaltare una partita così non è da tutti. L'esultanza finale del gruppo racconta molto della sofferenza ma anche dell'importanza capitale che aveva questo match perché ormai solo il Sassuolo, inutile girarci attorno, può perdere questo campionato e chiudere l'anno con due ko avrebbe rischiato di far perdere qualche certezza alla squadra.

Così non è stato. Dopo la sconfitta di Pisa, così come accaduto anche dopo il ko di Catanzaro e dopo il ko di Coppa Italia con il Milan, il Sassuolo di Fabio Grosso ha sempre saputo reagire. Con più sofferenza forse di quanto ci saremmo potuto aspettare all'inizio ma, come da mantra del tecnico neroverde, questo è davvero un campionato difficile. Non è la solita frase fatta. Forse, tutti, stiamo iniziando a capirlo...

Sezione: Editoriali / Data: Lun 30 dicembre 2024 alle 15:09
Autore: Antonio Parrotto
vedi letture
Print