La storia di Hamed Junior Traore è una di quelle storie che merita di essere ascoltata e riascoltata. Hamed è arrivato dalla Costa d'Avorio quando era ancora un bambino ed è sbarcato in provincia di Reggio Emilia, a Barco per la precisione, un paesino di 3mila anime, frazione di Bibbiano. Ha iniziato a giocare nel Boca Barco, società dilettantistica che lo ha cresciuto come un figlio. "Non aveva nemmeno le scarpe per giocare, la prima volta è sceso in campo con le scarpe prestate dell'allenatore" ci racconta in esclusiva Enzo Guerri, che del Boca Barco è il presidente. Una storia, quella di Junior e di Amad Diallo, che si è scoperto poi non essere il fratello di Hamed Junior Traore, a lieto fine. Perché il calcio li ha salvati. Ecco le parole del presidente Enzo Guerri a SassuoloNews.net.

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Quella di Junior è una bella storia a lieto fine...
"È una storia parecchio a lieto fine, soprattutto per lui. Lui e Amad Diallo sono arrivati in Italia credo per giocare a pallone, erano dei predestinati. Arrivarono insieme. Junior 2000 e Amad Diallo 2002. La percezione che fossero forti c'è stata sin da subito ma il crack per tutti era Diallo. Junior era molto forte, ora sicuramente è diventato più forte dell'altro, sta facendo cose straordinarie secondo me, ma tutti venivano a vedere l'altro. Lì è stato bravo l'Empoli a inserirsi. I due ragazzi sono andati a fare un provino e l'Empoli ha preso Junior che poi ha avuto un'escalation veramente notevole. Giocava con i nostri '98 e '99, non era un grosso problema, era talmente più forte dei nostri...Io racconto sempre questo aneddoto che racconta il suo primo allenatore: lui aveva solo le scarpe con i 13 tacchetti e il mister gli diede le sue, giocò con le scarpe del mister, e fece 3 gol risolvendo la pratica".

Dionisi ha detto che è scattato qualcosa dal punto di vista mentale in Junior. Com'era all'epoca?
"È venuto a trovarci una sera, quest'anno. Lui aveva grandi aspettative iniziali perché gli è stato chiesto di rinunciare alle Olimpiadi per mettersi a disposizione del Sassuolo e dell'allenatore, secondo me si aspettava di giocare di più. Ha segnato alla prima in campionato con il Verona, poi alla seconda ha fatto panchina, alla terza idem. Io l'ho visto in Sassuolo-Inter, è entrato nell'ultimo quarto d'ora e ho avuto l'impressione di vedere un giocatore demotivato. Dopo è cambiata qualcosa, probabilmente ha parlato con l'allenatore e dopo ha iniziato a farlo giocare e lui ha iniziato a fare il giocatore. Quando è arrivato da noi non posso avere percezioni di com'era perché è stato catapultato in un ambiente nuovo, con i nostri comunicava in fracese, c'erano ovviamente dei problemi di lingua, non ha mai dato sensazioni di essere una testa calda, anche in campo, o con dei problemi caratteriali".

Qual è, secondo lei, il suo ruolo?
"Da noi più o meno giocava da mezzo sinistro-trequarti, come adesso. Noi lo mettevamo anche in avanti in emergenza, palla a lui e la mettevi in banca, non era un grosso problema. Vedendo quello che sta facendo ora credo che da esterno sinistro sia la posizione migliore. Ha dei grandi movimenti, anche chi lo marca va in difficoltà. Ha l'ultimo passaggio, ha il tiro in porta. L'unica cosa che gli manca è qualche centimetro ma potrebbe anche essere la sua forza perché quando ti punta, nove volte su dieci va via. Però ad esempio il gol che ha fatto domenica con l'Atalanta, il primo, attacca anche la porta, non arriva solo palla al piede da lontano. Ti può mettere in difficoltà in tanti modi. Noi siamo andati a vederlo dal vivo quando era a Empoli, l'anno che ha vinto la B. Non era un titolare fisso. Giocava a Carpi, era una partita di fine stagione e l'Empoli aveva già vinto il campionato. Lui era in panchina. Una classica partita di fine stagione. A 20-25 minuti lo hanno messo dentro e lui ha cambiato la gara, anche se è finita 0-0. Gli unici lampi della partita li ha fatti lui, non lo prendevano mai".

È stato paragonato da qualcuno a Kante, forse un paragone che non calza a pennello. Lei a chi lo paragonerebbe?
"No, non mi sembra un paragone adatto. Io sono interista e ti posso dire che può ricoprire il ruolo che ricopriva Eriksen l'anno scorso, ovvero da mezzo sinistro che poi va a tirare in porta. Kante gioca centrale, dà i tempi alla squadra, è un recupera palloni e Junior non mi sembra abbia questa caratteristica".

È stato accostato a tantissime squadra: dove lo vede meglio in futuro, qualora dovesse lasciare il Sassuolo?
"Te lo dico da presidente del Boca Barco: all'estero! È l'unico modo che abbiamo per portare a casa qualcosa. Loro sono arrivati in Italia a settembre, il tesseramento è risultato valido dal 10 di gennaio, quindi la FIGC si appella al fatto che loro non hanno giocato l'intera stagione con noi, nonsotante abbiano fatto l'intera stagione in centro sportivo, ci sono pratiche di tesseramento più veloci, ha fatto un paio di mesi con noi e l'UISP. Non ci hanno riconosciuto nulla. Per Amad Diallo ad esempio abbiamo preso qualcosa quando è andato allo United. Da tifoso invece lo vedrei bene all'Inter, lo vedo più pronto rispetto a Frattesi in questo momento, che è un elemento che mi piace".

Quando vi siete incontrati cosa vi ha detto del Sassuolo?
"Lui si trova bene a Sassuolo. È venuto prima di Natale e mi ha detto che De Zerbi lo ha cercato e voleva portarlo in Ucraina allo Shakhtar. De Zerbi, mi ha detto, è un vero e proprio martello: finché le cose non vengono come vuole lui tu stai sul campo a lavorare". Dionisi invece è diverso, è più 'morbido' rispetto al suo predecessore. De Zerbi è un martello, vive di calcio 24 ore al giorno, Dionisi diciamo, è più rilassato. Le aspettative che aveva all'inizio - come ha detto il suo allenatore - erano dovute al fatto che lui ha rinunciato alle Olimpiadi, questo è quello che ho percepito".

Si aspettava questa esplosione?
"Non mi aspettavo diventasse così forte. È venuto il Milan, è venuta la Juve che lo avrebbe preso ma perché voleva portare a Torino Diallo. Dopo un quarto d'ora del provino che ha fatto Diallo mi hanno detto: 'questo è un profilo da Juve', poi purtroppo noi non potevamo fare nulla in fase di trattativa. Siamo stati tagliati fuori da tutto, nonostante li abbiamo portati ovunque per fare i provini. In ogni caso è una bella soddisfazione. A Sassuolo, tra l'altro, c'è anche Benedetta Brignoli che è cresciuta da noi. Abbiamo 4 calciatori in A che sono partiti da noi: Traore, Amad Diallo, Benedetta Brignoli e Olawale, '99 che era andato a Empoli con Junior, poi era stato acquistato dal Parma e ora gioca in Romania".

Nelle foto in calce, gentilmente concesse da Enzo Guerri, Junior Traore con la prima squadra del Boca Barco in campo, con il suo primo mister in Italia...e dopo a cena.

Si ringrazia Enzo Guerri per la disponibilità e la cortesia dimostrate in questa intervista

Sezione: Esclusive / Data: Gio 14 aprile 2022 alle 17:22
Autore: Antonio Parrotto / Twitter: @AntonioParr8
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