L'ex difensore Marlon ha lasciato l'Italia e l'Europa. Oggi ha in bacheca una Libertadores, vinta con il suo Fluminense, e ora gioca in America con i Los Angeles FC, insieme a Lloris e Giroud. Intervistato da GianlucaDiMarzio.com, l'ex centrale neroverde ha confessato di avere un legame speciale con il club emiliano e di fare un gran tifo per il Sassuolo.

"Se parliamo di Italia, la prima cosa che mi viene in mente è Sassuolo, per mille motivi: abbiamo raggiunto un record di punti storico, il mio primo figlio è nato a Modena e ho un rapporto speciale con quella terra. Seguo ancora i ragazzi, sono un tifoso neroverde: alcuni dei miei ex compagni sono rimasti lì, da Obiang a Berardi, e auguro loro di tornare presto in Serie A” ha detto.

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Tre anni di amore e anche grandi traguardi con il club neroverde: “Ho sposato la filosofia di De Zerbi perché mi piace giocare in squadre che hanno il controllo: l’ho imparato al Barcellona con Luis Enrique e al Nizza con Lucien Favre. L’approccio con la Serie A è stato bellissimo: in Italia ho segnato anche il primo gol della mia carriera, un destro spettacolare da trenta metri: neanche io pensavo di poter fare un gol del genere".

Poi sui compagni di squadra: "Quando sono arrivato a Sassuolo c’erano tanti giocatori forti. Mi colpiva la dedizione di Magnanelli, capitano vero. Per qualità e tecnica, invece, Sensi e Boga su tutti. Con Stefano ho giocato anche al Monza: mentalmente è una persona molto forte, ha superato tanti infortuni e ha partecipato a grandi successi con l’Inter. Quando sta bene, riesce a dettare i tempi del gioco come pochi altri. Il Sensi del Sassuolo era un giocatore che, in prospettiva, avrebbe potuto giocare al Barcellona. E poi c’è Boga: fidatevi, non è un giocatore comune. Se è in giornata, prende palla, ti punta uno contro uno e ti lascia lì: è imprevedibile, gli ho visto fare delle giocate in allenamento che sono pura magia. Sono un suo fan, glielo dico ancora oggi: quando si diverte fa impazzire tutti”.

Dopo i sorrisi di Sassuolo, Marlon ha parlato anche dei mesi difficili trascorsi in Ucraina, sempre accanto a De Zerbi, prima dello scoppio della guerra: “Non ci sentiamo da un po’, insieme abbiamo vissuto momenti bellissimi in Italia e settimane difficili allo Shakhtar: lui e il suo staff resteranno per sempre nel mio cuore”. Li cita tutti: “Paolo, Davide, Enzo, Agostino, Marco, Giorgio, Michele: sono allenatori e persone speciali. Affrontare una situazione così pesante è qualcosa che non augurerei a nessuna persona al mondo: sapere che rischi la vita è durissimo. Loro hanno avuto un atteggiamento di enorme lealtà verso i calciatori: hanno rifiutato il primo invito dell’ambasciata italiana per restare con noi, che eravamo ancora lì. Tutto il gruppo dello Shakhtar li rispetterà per sempre”.

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Sezione: News / Data: Mar 17 dicembre 2024 alle 10:38
Autore: Sarah G. Comotto
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