Si gode il momento Fabio Grosso, uno degli artefici principali della rinascita del Sassuolo. Il tecnico è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport e ha parlato dell'annata che si è chiusa con la promozione dei neroverdi e non solo. Ecco le sue parole partendo da quella tv spenta dopo lo 0-2 dello Spezia: "Alla fine ho riacceso. La gara era riaperta e l'ho vista fino alla fine, un'emozione diversa ma va bene così".

Di dubbi che la Serie A sarebbe arrivata non ce n'erano da tempo...
"In tanti mi rasserenavano, ma non mi fidavo. Temevo gli avversari, temevo di inciampare, quindi slamo sempre stati concentrati sul percorso avviato".

SCELTI DA SASSUOLONEWS:

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C'è stato un momento in cui è stato sicuro di vincere?
"Dopo le prime 4 pensavo: è dura. Ma dopo il primo filotto di vittorie ho visto solidità e qualità, trovando il modo di vincere anche soffrendo. Le vittorie sporche a Carrara e Cosenza, rivedendo le mie idee, ci hanno dato forza".

Momenti duri?
"A gennaio quando abbiamo perso Thorstvedt, un'assenza pesante perché è un giocatore particolare. Ma i rinforzi sono arrivati e la rosa era già ricca".

Dopo una retrocessione e la conferma di giocatori poco avvezzi alla B come si fa a diventare una corazzata?
"L'estate è stata tosta, dovevamo convincere i ragazzi di cosa ci aspettava, perché la B è particolare. Con il direttore Palmieri abbiamo puntato su determinati giocatori e tenuto tanti giovani, abbiamo fatto capire che la retrocessione andava riscattata. Facile abbandonare, era giusto rimediare e tutti l'hanno recepito".

A ottobre è rientrato Berardi.
"Con una ferocia e una determinazione tali da farlo diventare uno stimolo per tutti. Le qualità tecniche le conosciamo, col resto ha dimostrato di essere un vero campione"..

Nei momenti di difficoltà, una sua giocata o un'accelerata di Laurienté cambiano tutto...
"Hanno colpi che in B non si vedono. Ma avere un Toljan o un Romagna, un Boloca o un altro qualsiasi, è una fortuna per le loro qualità".

Lei è un perfezionista e non ha mollato di un centimetro.
"Ho cambiato sempre formazione perché la rosa è profonda e tutti devono giocare per farsi trovare pronti. Così hanno colto le loro opportunità".

Questo spiega i 21 gol dalla panchina (record nei primi 5 campionati europei)?
"Esatto. I 5 cambi per me sono molto importanti".

Ha vissuto in un hotel fuori Sassuolo e sempre in tuta. Nemmeno un frate trappista è così dedito alla causa...
"Questo lavoro richiede impegno e passione. Recuperavo con la famiglia, Sassuolo è nel mezzo tra Torino dove vivo, Pescara dove ci sono i miei genitori e Frosinone dove gioca mio figlio. Il lavoro mi piace farlo così".

Lei è fiero del suo lavoro, ma le promozioni non valgono?
"Le coccarde ml gratificano, per carità, però mi gusto di più ciò che ho creato sul campo".

Questo Sassuolo potrà affrontare la A serenamente?
"Abbiamo il tempo per parlarne: categorie sono diverse e servirà una bella riflessione".

La sua conferma è sottintesa...
"Il contratto c'è, la volontà pure, se la società è d'accordo andiamo avanti. L'importante è avere le idee chiare sin dall'inizio. Come successo quest'anno, quindi sono sereno".

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Sezione: News / Data: Lun 14 aprile 2025 alle 09:29
Autore: Manuel Rizzo
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