Il vero Andrea Pinamonti che tipo di attaccante è? "Una domanda alla quale neanche io riesco a rispondere. Non ho mai nascosto che preferisco giocare con un’altra punta vicino, perché vorrebbe dire dividerci le attenzioni dei difensori avversari. Confesso che quando è arrivato Viera con il suo 4-3-3 ero spaventato: non è un modulo che mi fa impazzire, l’avevo usato a Sassuolo e infatti le cose non erano andate benissimo. Ma è stato bravo lui a disegnarlo in modo diverso, in modo che io non restassi isolato là davanti". Con queste parole Andrea Pinamonti, intervistato da SportWeek, ha raccontato alcuni dei problemi avuti in neroverde.

"Nel 4-3-3 di Vieira - ha aggiunto - sono il riferimento centrale e mi muovo molto di più. Faccio tante cose anche fuori dall’area, cose che però mi stanno portando vantaggi perché tocco molti più palloni". Il centravanti classe '99, in prestito al Genoa ma con diritto di riscatto fissato a 14 milioni che non garantiscono la sua conferma in rossoblù e che alla fine della stagione potrebbe anche tornare a Sassuolo, ha parlato della sua carriera e delle sue ambizioni.

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Il sogno resta la nazionale: "Io alla Nazionale penso costantemente, come è normale che sia. Però non ho potere sulle scelte del commissario tecnico: posso solo cercare di fare più gol possibile". Altro sogno, andare in una big: "Devo finire il mio lavoro al Genoa, ma sono sicuro che riuscirò a mettermi alla prova a un livello più alto. Voglio diventare un giocatore importante in una squadra importante. E non penso sia presunzione".

Sul ritorno in rossoblù ha ammesso di aver avuto qualche titubanza ma ora si è preso una rivincita: "Quando è arrivata la chiamata ho esitato, è vero. Ricordavo cos’era successo 5 anni prima e immaginavo che, persi Retegui e Gudmundsson, i tifosi si aspettassero un attaccante di alto livello. Quindi  sì, ci ho pensato, perché in campo fai bene se sei sereno fuori. Se fossi venuto qui co nla paura e con la testa piena di brutte idee, avrei rischiato un’altra stagione negativa. Ma ho sentito la fiducia di Gilardino, che mi ha fatto capire di volermi a ogni costo. I dubbi erano legati proprio alle aspettative della gente nei miei confronti. Alla fine sono tornato proprio per questo, per far cambiare idea a coloro che me ne avevano dette di tutti i colori.Oggi posso dire di essere felicissimo di essere di nuovo a Genova, consapevole di essere un altro giocatore rispetto alla prima volta. Alla prima partita ho fatto gol, e mi ha aiutato, ma c’è voluto un po’ per cambiare il mio rapporto coi tifosi, per cancellare certi giudizi. Meglio: pregiudizi. C’è voluto l’impegno che metto in ogni partita. Ora allo stadio gridano il mio nome, e in città mi fermano per farmi i complimenti".

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Sezione: News / Data: Sab 29 marzo 2025 alle 12:17
Autore: Manuel Rizzo
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