Brutti, sporchi, cattivi. Tutto quello che il Sassuolo non è riuscito a essere negli ultimi anni. Tutto quello che il Sassuolo è riuscito a mettere in campo (pessime le condizioni del terreno di gioco che sono costate gli infortuni a Lovato e Ciervo) ieri al San Vito - Marulla di Cosenza portando a casa 3 punti d’oro per la corsa alla promozione, rispondendo alla vittoria della Cremonese che proprio in Calabria, nell’anticipo di venerdì, ha vinto a Catanzaro nel finale, e mettendosi in scia del Pisa di Inzaghi che guida la classifica e prova la prima fughina. E il Sassuolo (Co)senza fare tanti complimenti ha portato a casa l'intera posta in palio, rischiando nel secondo tempo, ma stringendo i denti, e traducendo in campo le parole di Fabio Grosso che sin dal primo giorno chiede unione, coesione, spirito di sacrificio, una corsa in più per dare una mano al compagno in difficoltà e, sono d'accordo con l'allenatore, l'emblema della vittoria è il salvataggio al 90', ma non quello di Horatiu Moldovan (decisivo) ma quello di Armand Laurienté.

Proprio lui, direbbe Sandro Piccinini. Già, proprio lui. Criticato duramente (era impossibile non farlo) dopo le due uscite contro Catanzaro e Carrarese, sceglie la terza C, quella del Cosenza, per tornare a essere. Sì, perché le due versioni precedenti erano paragonabili a due ectoplasmi che fluttuavano sul campo chiedendosi il perché fosse capitato in quel posto, in quel preciso momento, con quella maglia addosso. Dopo il rigore sbagliato a Catanzaro, Laurienté risorge non tre giorni dopo ma un mese dopo. E scusate il ritardo, verrebbe da aggiungere. Se incide in questa maniera il rigore e il mancato tiro di Pisa contro la Carrarese verranno tranquillamente inserite nel cassetto "cazzate della carriera di un calciatore" e riaperte solo in caso di emergenza perché, lo sappiamo, è un lusso per questa categoria e come ogni bene di lusso attira club disposti a 'scippartelo' ma il Sassuolo ha resistito perché vuole tornare in Serie A immediatamente e speriamo che la convivenza 'forzata' porti al risultato sperato. In attesa di gennaio...

È un Sassuolo cinico e camaleontico quello guidato da Fabio Grosso che ama sorprendere e ama mandare in crisi i giornalisti con questi continui cambi di formazione facendoci fare costantemente brutta figura. Ci si aspettava un 4-3-3 iniziale ma il tecnico si è messo a specchio con la difesa a 3, salvo poi fare marcia indietro e passare a 4 a inizio ripresa, cambiandone addirittura 3. Ovviamente, anche lui deve prendere le misure alla squadra e il gioco esaltante probabilmente arriverà lungo il cammino.

Intanto, questi 11 punti dopo 6 giornate arrivati senza prestazioni sfavillanti ma solide sono tutto fieno in cascina da custodire gelosamente per il prosieguo. Perché giocare bene è importante e alla lunga sono convinto che porti risultati. Vincere è meglio. E vincere partite sporche è ancora più bello perché quando si ha di fronte un avversario scorbutico, che combatte su ogni pallone, e si riesce a pareggiare quell'intensità agonistica andandosi a sporcare le mani, andandosi a prendere con la forza i contrasti e le seconde palle, vuol dire calarsi perfettamente nella realtà della Serie B, senza presunzione e senza puzza sotto al naso. Perché Laurienté, Thorstvedt, Boloca, ecc non meritano questa categoria ma ci sono finiti dopo una pessima annata in cui probabilmente hanno iniziato ad avvertire la puzza di bruciato dopo che l'incendio aveva ormai devastato ogni cosa e continuare a fare i 'fighetti' potrebbe portare solo all'ennesima brutta figura. Ma Grosso lo sa e proprio per questo, sin dal giorno 1, ha iniziato a battere su questo tasto e la squadra sta rispondendo bene agli stimoli, calandosi nella parte. Perché se Laurienté a fine partita fa una rincorsa all'indietro e in scivolata si immola su una conclusione da fuori, vuol dire dare l'esempio, vuol dire dare la carica a un Mulattieri, a un Pierini, che proveranno a imitarlo, vuol dire anche dare fiducia a un Romagna che si sentirà meno solo al centro della difesa e sa di poter contare sul compagno. Vuol dire essere squadra.

Sezione: Editoriali / Data: Dom 22 settembre 2024 alle 12:13
Autore: Antonio Parrotto
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