Lo avevo detto alla vigilia in presentazione della gara ospite su una trasmissione spezzina: "Mi aspetto una sfida ben giocata. Ora vedrete che come minimo sarà 0-0 e sarà noioso". Venghino aspiranti Nostradamus, siete tutti invitati! Prevedo che sarete in tanti. E come si dice in questi casi: ha vinto la noia. Ma non quella di Angelina Mango, anche se non ci resta che ridere in questi pareggi bruciati, bensì quella di Sassuolo-Spezia 0-0. Ieri sera, all'arrivo allo stadio Ricci per la partita tra Sassuolo Femminile e Inter Femminile, un'amica che un po' di tempo fa ho fatto arrabbiare mi ha chiesto: "Com'è stata la partita? Non l'ho potuta vedere ma guarderò la replica". "Boh, a un certo punto mi sono addormentato" è stata la mia risposta.

Sì, se non si è capito Sassuolo-Spezia non è stata una partita divertente e dall'alto tasso di spettacolo e probabilmente non vale la pena andare a rivederla in replica nemmeno con la mia amica che ho fatto arrabbiare. Le due squadre si sono affrontate a 'viso chiuso', altro che aperto, alla ricerca di spazi che nessuna ha voluto concedere all'altra. E a un certo punto, forse dal minuto 1, o forse dal minuto 70, le due squadre hanno scelto di accontentarsi perché 1 punto a testa poteva andar bene a entrambe. Secondo me, un po' di più allo Spezia che continua a rimanere imbattuto e al secondo posto (in attesa degli altri risultati) con una perfetta media inglese: tutte vinte in casa sin qui e tutte pareggiate in trasferta. Un pari che può andar bene anche al Pisa di Inzaghi che può tentare la prima fuga della stagione.

Un po' meno bene può andare bene al Sassuolo perché, anche se non si possono vincere tutte le partite, si è accontentato. È mancata quella voglia di osare anche all'allenatore e la squadra lo ha seguito perché i segnali, con i cambi ruolo su ruolo che non hanno portato l'apporto sperato, andavano in quella direzione. E a fine partita, in sala stampa, ho chiesto questo a mister Grosso: "Ha pensato a un certo punto di mettere dentro un altro uomo offensivo per provare a vincerla?". Questa la sua risposta: "Mi è rimasto un cambio, io quasi sempre uso i 5 cambi a disposizione perché ho tanti ragazzi alle spalle. ero tentato di mettere il giocatore offensivo, ho tentennato perché non volevo svuotare il centrocampo e soffrivamo queste palle sulla sinistra. Ho pensato a mettere uno tra D'Andrea, Antiste o Moro ma la squadra non mi ha dato la sensazione di avere quella solidità per potersi permettere i quattro uomini offensivi".

Proprio quel quinto cambio inutilizzato potrebbe essere il rimpianto per non aver avuto il coraggio di osare, per aver pensato di più all'equilibrio e al fatto che anche un punto potesse andare bene dopo le due vittorie consecutive in trasferta in campionato. Ovviamente, se avesse cambiato e fosse arrivata una sconfitta al 93' su un contropiede a caso proprio a causa dei suoi cambi apriti cielo. Ma si sa, il calcio è fatto di provetti Nostradamus che giudicano in base al risultato o anche in base a quello che non succede. Il coraggio di osare o l'arte di accontentarsi: il Sassuolo, contro lo Spezia, ha scelto da che parte stare. E per me il bicchiere, che è sempre mezzo come dice Fabio Grosso, stavolta è un po' meno pieno rispetto al solito. E a berlo non sono stato io perché la mia amica che ho fatto arrabbiare non mi ha mai offerto da bere.

Sezione: Editoriali / Data: Dom 29 settembre 2024 alle 15:59
Autore: Antonio Parrotto
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