Se il Sassuolo giocasse sempre contro l’Inter sarebbe campione d’Italia! In percentuale il Sassuolo, dopo la Juventus, è la squadra che in Serie A ha battuto più volte l’Inter (45%, 10 volte su 22, è la squadra con cui i neroverdi hanno vinto più partite)! Nemmeno il Milan ci è riuscito (e non c’è stato sempre Pioli in panchina), nemmeno la Roma, il Napoli. Ce l’ha fatta il Sassuolo battendo l’Inter campione d’Italia, bissando il successo dell’andata: i nerazzurri non perdevano contro una delle ultime 2 dal 2014 e negli ultimi 7 anni solo la Juve l'aveva battuta andata e ritorno. Contro l’Inter è sempre stata una gara speciale e chissà se il patron Squinzi non stia appendendo da qualche parte il nuovo quadro commemorativo per la vittoria numero 10.

Un risultato da consegnare alla storia in una partita non certo memorabile e in cui l’Inter, non la solita Inter, senza spingere troppo sull’acceleratore ha creato tre palle gol nel primo tempo ma di fronte ha trovato un Sassuolo rintanato nella sua metà campo che ha sfruttato il lavoro delle punte giocando di rimessa, quando ci è riuscito, e si è difeso con ordine. Una mossa che funziona meglio con Laurientè in campo, con un terzino al suo posto il giochino fatica ad attivarsi. Un dato da sottolineare, oltre al terzo clean sheet stagionale, è che il Sassuolo, la squadra che ha perso più punti da situazioni di vantaggio (28) è riuscito finalmente a non farsi rimontare. E nonostante continui a restare pessimista, vi dico cosa ho pensato quando ho visto la palla uscire di un pelo al sul tiro di Dumfries: che stia cambiando il vento?

E dopo le critiche delle ultime settimane perché la settima e l’ottava partita sono state inguardabili, è giusto rendere merito anche a Ballardini che alla nona gara della sua gestione ha cambiato modulo giocandosi forse l’ultima fiche sulla difesa a 3 e ha ottenuto le risposte che cercava dalla squadra, ma soprattutto è riuscito a caricare dal punto di vista mentale una squadra spenta, vuota, come lo ha definita lo stesso allenatore dopo la partita. Un Sassuolo svuotato, come se fosse passato un Fassino qualunque a trafugare anche le ultime speranze e le ultime forze, trascinando con sé anche le emozioni, perché questa squadra sembrava non avere né un cuore né un’anima.

E invece un cuore ce l’ha. Quel cuore neroverde che non vuole smettere di battere e si aggrappa alla vita con le sue ultime forze. E il gol di Laurienté arrivato sulla giocata cazzuta di Doig che ha rubato palla e ha resistito al ritorno di Dumfries o l'intervento in scivolata di Kumbulla a 10' dalla fine su Arnautovic, non sono casuali. Io resto pessimista, come dicevo, e vediamo anche quali saranno i risultati di oggi, ma questo colpo di coda ci voleva, per il morale e per la classifica. E mi sono piaciute le parole dei calciatori prima e dopo la partita. Si sono parlati in settimana, come ammesso da Erlic, e probabilmente hanno capito che si può perdere la categoria ma lo si può fare anche senza perdere la testa e la dignità. Provando a lottare!

Infine, voglio chiudere con le polemiche social che si sono scatenate dopo l’1-0 di ieri. Una volta era lo Scansuolo che non vinceva mai con la Juve che ha dominato in Italia per 9 anni e che in quegli anni non ha lasciato nemmeno le briciole agli altri. Ora è il turno della #MarottaLeague. Il variegato mondo dei social ha scatenato gli haters e gli idioti che oltre ad augurare la retrocessione al Sassuolo da veri terrapiattisti del pallone hanno iniziato a fantasticare e ad inventare nuove teorie del complotto. Il Sassuolo è un club che divide, lo abbiamo imparato negli anni. C’è molta invidia, sentimento che per fortuna non mi appartiene. E c’è tanta rabbia perché, lo abbiamo detto fino allo sfinimento, Sassuolo è una bottega cara. Questo dà fastidio. Poi questa storia che non meriti la Serie A perché non ha tanti tifosi (e si fa finta di non capire che dietro c’è una cittadina di 40mila abitanti) faccio fatica a mandarla giù, come la bistecca troppo cotta che ho mangiato l’altra sera. Per aiutarmi a deglutire meglio la mia bistecca però è bastato un bicchiere di vino rosso, per i fegati spappolati purtroppo non c’è rimedio.

Sezione: Editoriali / Data: Dom 05 maggio 2024 alle 09:00
Autore: Antonio Parrotto
vedi letture
Print