Il Sassuolo ha strapazzato anche la Salernitana e si è preso con forza e determinazione il primo posto. Dopo una lunga cavalcata, iniziata a metà settembre dopo il ko con la Cremonese per 4-1 che qualche interrogativo lo aveva lasciato e che sembrava lanciare i grigiorossi di Stroppa verso la gloria e i neroverdi di Fabio Grosso agli inferi. Mai però fermarsi al risultato di una singola partita. Da lì infatti è iniziato il declino della Cremo, che forse si è illusa credendo di essere la più forte, ed è cominciata la scalata del Sassuolo che di fatto non ha più sbagliato una partita, raccogliendo 10 risultati utili consecutivi (11 se contiamo anche il blitz a Lecce in Coppa Italia), con Fabio Grosso grande artefice della rinascita del Sassuolo.

Tutti attorno all'uomo del momento, baciato dalla Dea fortuna, e che non sembra aver perso il tocco magico che aveva da giocatore e lo ha portato sul tetto del mondo. Ora in cima al mondo della Serie B ha portato il Sassuolo. E mai primato è stato più meritato. Un Sassuolo a tratti straripante (non mi divertivo così dai tempi dell'intervista di Sangiuliano in tv!) che ieri ha giocato anche una gran bella partita, con fraseggi, verticalizzazioni e non solo accelerazioni in ripartenza anche perché, nel primo tempo che poteva finire 3 o 4-0, di campo alle spalle dei difensori della Salernitana ce n'era davvero poco visto l'atteggiamento rinunciatario della squadra di Colantuono, arrivata con il 5-3-2 al Mapei Stadium per difendere con le unghie e con i denti lo 0-0 iniziale, provando a sperare in qualche contropiede che inevitabilmente il Sassuolo poteva e ha concesso.

Se si escludono quei 10-15 minuti del secondo tempo tra il gol annullato di Mulattieri e i cambi di Grosso con l'uscita di Mulattieri in cui gli ospiti si sono fatti preferire e hanno creato un'occasione importante con Wlodarczyk (ottima la reattività di Moldovan in una parata non banale), il Sassuolo ha schiacciato nettamente gli avversari mettendo in mostra la sua maggior qualità che ha negli interpreti offensivi le sue gemme più preziose. È stata la vittoria del gruppo ma soprattutto la vittoria del suo condottiero perché, non appena si è accorto delle difficoltà che stavano nascendo con il passaggio di Colantuono al 4-3-3, ha cambiato spartito e musica, inserendo Iannoni in mezzo al posto di Obiang e ha tolto Mulattieri dall'attacco per spostare in posizione centrale Pierini con Laurienté sulla linea mancina e Berardi a gravitare sul centro-destra. Nemmeno un minuto ed ecco l'episodio: Berardi intercetta il rinvio di Fiorillo e innesca Pierini che da fuori area fulmina Fiorillo. Fortuna? Certamente, ci vuole anche quella, ma non solo. Ci vuole occhio e Grosso, ancora una volta, lo ha avuto. Siccome siamo pronti a puntare il dito quando un allenatore non azzecca il cambio, siamo altrettanto onesti intellettualmente dal riconoscerne i meriti quando le cose vanno nella giusta direzione.

Da lì in poi è stato un assolo neroverde con i chitarristi rock Berardi e Laurienté a confezionare il raddoppio, il bassista Luca Moro a segnare il tris e il batterista Thorstvedt a chiuderla con il colpo finale. Per urlare "campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo" è ancora presto e ora l'errore più grande è farsi prendere dall'euforia ma intanto è giusto godersi il primato. Da festeggiare rigorosamente a base di arrosticini! Offre mister Fabio Grosso.

Sezione: Editoriali / Data: Dom 24 novembre 2024 alle 15:46
Autore: Antonio Parrotto
vedi letture
Print