Ciao Serie A, è stato bello! Non è stato breve ma è stato molto intenso. Lazio-Sassuolo è stata l'ultima partita in A dopo 11 anni consecutivi nella massima serie del 'piccolo' club neroverde che ha giocato al tavolo con i grandi, riuscendo anche a dare le carte. C'è poco da commentare sulla sfida di ieri. Gara brutta, a tratti noiosa. Alla Lazio andava bene il punticino per la qualificazione in Europa League, al Sassuolo andava bene chiudere con il punticino dopo aver avuto la certezza aritmetica del ritorno in Serie B domenica scorsa. Testa sgombra. I neroverdi sgravati del peso hanno giocato liberamente e in molti frangenti della partita si è visto. Temevo una goleada. Avevo profetizzato un 6-2 o qualcosa di simile ma la Lazio vista ieri, al netto delle tre occasioni da gol create e su cui è stato bravissimo Cragno, viaggiava a velocità crociera e il Sassuolo ha ringraziato e si è adattato. Mi ricordavano nei giorni scorsi che Modena e Carpi sono retrocesse affrontando la Lazio all'ultima giornata. Ironia della sorte (ma ridono solo i cugini) anche al Sassuolo è toccata la stessa fine. Ecco, la prossima volta che una modenese affronterà la Lazio all'ultima è autorizzata a...avete capito.

Lazio-Sassuolo è stata l'ultima partita per molti dei protagonisti di questa stagione. Ha salutato innanzitutto il direttore sportivo Giovanni Rossi. A lui il mio personale in bocca al lupo e ringraziamento per aver fatto qualcosa di importante a Sassuolo. Non ama la luce dei riflettori (e non è un difetto ma in questo mondo di luci, lustrini e apparenze forse lo è) ma ha dato tanto al club. Non mi ha mai passato una notizia - lo dico chiaramente con il sorriso - ma al tempo stesso credo sia un bravo dirigente. E nelle analisi a bocce ferme non bisogna tener conto solo di un anno sfortunato e in cui sono stati commessi degli errori da parte di tutti, ma bisogna tener conto anche degli altri 14-15 anni in cui le scelte azzeccate sono state molte. Ma ne parleremo poi in maniera più approfondita su SassuoloNews perché credo vada fatto.

Lazio-Sassuolo è stata l'ultima partita di Davide Ballardini. Cosa ha portato in più il tecnico romagnolo al club neroverde lo devo ancora capire. Mi aspettavo molto di più, non lo nego, e non mi rimangio quanto detto al momento dell'arrivo: era la scelta da fare in quel preciso istante. Vista la rosa delle alternative a fine febbraio anch'io avrei puntato le mie fiches sullo zio Balla. Non è riuscito a dare la svolta e la scusa del tempo - almeno per il sottoscritto - non regge. "Dodici partite sono poche, non hai nemmeno il tempo di conoscere certe dinamiche" ha detto. Concordo in parte. È vero, 12 partite non sono molte, ma mi verrebbe da dire: perché ha accettato? Lo sapeva benissimo quando ha firmato un importante contratto per 3 mesi che il tempo sarebbe stato poco. Ha firmato a inizio marzo, dopo la 26esima giornata. Sapeva che avrebbe avuto quel tempo a disposizione. O ha firmato sapendo che tanto poi ci sarebbe stato l'alibi per uscirne 'pulito'? E allora Fabio Cannavaro? L'Udinese si è salvata e il tecnico è riuscito a incidere in 5 giornate. E allora Luca Gotti? Il tecnico ha salvato il Lecce, che era in una situazione migliore certo, ma era in calo con D'Aversa. È arrivato 2 settimane dopo Ballardini, ha allenato i suoi per sole 10 partite. La verità è una sola: c'è chi riesce a incidere anche avendo a disposizione una sola giornata, un solo allenamento, e chi no. Ballardini ha fatto ottime cose in passato, ha centrato delle salvezze miracolose e questo resterà, ma a Sassuolo ha fallito. Berardi infortunato? Mimmo incide tantissimo, lo sappiamo. Anche Dionisi non lo ha avuto nell'ultimo mese della sua gestione, potrebbe recriminare anche lui...

Infine, parlando proprio di Mimmo e restando in tema di scuse (da qui il titolo), vorrei parlare di un fatto personale. Domenica abbiamo lanciato l'indiscrezione, poi confermata dalle foto, dell'assenza di Domenico Berardi dal Mapei Stadium durante Sassuolo-Cagliari. Era a Imola al Gran Premio. I meno attenti potranno dire: voi non sapevate dov'era. I più attenti avranno notato cosa abbiamo scritto tra parentesi quando parlavamo di Ferrari, non un nome a caso vista la presenza di Mimmo al GP. Era il nostro 'indizio'. Nelle ore seguenti al lancio della notizia ho letto di tutto. Insulti, attacchi, offese gratuite (per quelle a pagamento c'è tempo). Un paio di tifosi lo avevano anche avvistato in tribuna (in effetti era in tribuna, non avevano specificato quale). Ecco, con la stessa facilità con cui sono e siamo stati attaccati mi aspettavo delle scuse. Nessuno, nemmeno uno, ha avuto il coraggio di chiedere scusa per aver scritto che sparavamo cazzate, che inventiamo notizie, ecc ecc. Anche chi ha sognato avvistamenti ufo e ci ha fatto rischiare il linciaggio. A me sembrava una cosa naturale. Io mi sono scusato con Dionisi in conferenza stampa per un'analisi sbagliata, davanti a tutti. Probabilmente sono nato sbagliato io. Però è facile lanciare il sasso e poi nascondere la mano. Qui io ci metto la firma e nell'editoriale ci metto pure la faccia. Non perché sia bello, non lo sono, ma perché ci metto sempre la faccia. La firma e la faccia. Invece, come diceva il mio professore di educazione fisica, qui c'è solo gente che lancia la mano e poi nasconde il sasso. Già.

Sezione: Editoriali / Data: Lun 27 maggio 2024 alle 14:11
Autore: Antonio Parrotto / Twitter: @AntonioParr8
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