Alessandro Mercati, centrocampista classe 2002, è uno dei giovani talenti che in estate ha lasciato la casa madre, il Sassuolo, per iniziare la carriera da calciatore professionista. Lui, che viene dalle montagne reggiane e che nei suoi anni in neroverde ha dovuto fare tanti sacrifici, percorrendo 100 km tra andata e ritorno per andare e tornare da Sassuolo, ora gioca in prestito in Serie C all'Aquila Montevarchi. Mai in discussione il suo posto da titolare, con il 91% delle gare giocate dal 1' minuto: 31 presenze, 1 gol e 4 assist sin qui. Mercati, che non ha esordito in A ma è stato in panchina con i grandi a Firenze, portato da mister De Zerbi, ora ha due obiettivi: salvare l'Aquila Montevarchi e poi giocare in A, magari con il Sassuolo. La redazione di SassuoloNews.net lo ha intervistato in esclusiva. Intervista divisa in due parti: domande sul calcio giocato e la sua esperienza, poi nel finale un botta e risposta su temi generici. Ecco le parole del giovane Alessandro Mercati ai nostri microfoni.
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Alessandro in estate hai lasciato il Sassuolo per iniziare la prima avventura ‘tra i grandi’. Al momento lo score recita: 31 presenze, 1 gol e 4 assist. Come giudichi sin qui la tua avventura nell’Aquila Montevarchi?
"Sono contento di quello che finora ho fatto qui a Montevarchi. Mi hanno sempre dato l’opportunità di giocare e la fiducia che mi permette di poter fare bene, poi io di carattere non mi accontento mai, quindi penso sempre che avrei potuto fare ancora meglio ed è quello che cercherò di fare in queste ultime 5 partite".
Sei reggiano, sei di proprietà del Sassuolo. Hai segnato il tuo primo gol al Modena. Quel gol ha avuto un sapore particolare per te? Ci racconti cosa hai provato in quel momento?
"Il gol che ho fatto contro il Modena sicuramente non è stato un gol normale, anche perché essendo reggiano quando sono tornato a casa moltissime persone mi hanno fermato per ringraziarmi del gol che avevo fatto, quindi sono rimasto molto contento e devo dire che non potevo immaginare primo gol tra i professionisti migliore di quello".
In classifica siete un po’ nella terra di mezzo: +4 sui playout, -3 dai playoff. Qual è il vostro obiettivo da qui alla fine del campionato?
"L’obiettivo della squadra è quello della salvezza, cercheremo di salvarci il prima possibile e sicuramente non sarà facile perché tutte le squadre che fanno parte di questo campionato sono squadre forti e che ci possono dar fastidio. Quando ci saremo salvati aritmeticamente poi si vedrà".
Qual è la cosa più importante che hai imparato quest’anno e che sicuramente ti servirà nelle tue prossime esperienze?
"Quest’anno ho imparato tantissime nuove cose anche perché sono passato in una realtà completamente diversa rispetto a quella a cui ero abituato, l’idea di calcio del mister si basa molto sull’intensità e fin da subito mi ha cercato di far capire che 'se vado piano non posso giocare ad alti livelli' quindi sicuramente la cosa che mi è entrata più in testa è giocare ad alta intensità".
Sei figlio d’arte, tuo padre Chicchi e tuo zio Omar Dallari hanno giocato in C e in D. Quanto sono stati importanti per il tuo avvicinamento al mondo del calcio e quanto sono importanti, loro e la tua famiglia, in questa fase della tua giovane carriera? Che consigli ti hanno dato?
"Devo dire che per me la famiglia è tutto. Ho un rapporto splendido con tutti i membri della mia famiglia. Mio padre e mio zio non mi hanno mai ossessionato con il calcio anzi spesso mi dicevano di fare quello che mi rendeva felice e alla fine quello che mi rendeva felice era proprio il calcio. Io non posso fare altro che ringraziare mio padre,mia madre, mia sorella e mio zio perché cercano di aiutarmi in tutto e di darmi conforto nei momenti un po’ più difficili,mi consigliano sempre di rimanere con i piedi per terra e di cercare di fare il massimo per non avere dei rimpianti".
La tua qualità e il tuo difetto in campo: dove pensi di dover migliorare?
"Credo che un mio pregio sia quello di saper alternare abbastanza bene qualità e quantità, invece un gran difetto che ho è quello di non saper fare gol. Penso di dover migliorare in tante cose:innanzitutto dovrei fare più gol e più assist, poi devo cercare di essere più ordinato tatticamente e devo anche cercare di gestirmi meglio e di correre meglio perché spesso arrivo al 70’ minuto che sono stanco".
Hai lasciato il campionato Primavera per fare un salto tra i professionisti. Quali sono le principali differenze tra questi due mondi? E quali sono le similitudini, se ci sono?
"Ci sono tantissime differenze tra il campionato di Primavera 1 e la serie C: credo che in primavera le squadre sono più tecniche e tendono più a giocare palla a terra invece in Serie C c’è moltissima più intensità, le squadre spesso giocano solo per il risultato e cercano di fare di tutto per ottenerlo utilizzando anche molta esperienza. Se devo essere sincero non trovo alcuna similitudine tra i due campionati perché lì reputo davvero completamente diversi".
Sei arrivato a Sassuolo da giovanissimo e hai fatto tutta la trafila fino alla Primavera, toccando anche la prima squadra tra allenamenti e panchine in Serie A. Cosa ti ha lasciato il club neroverde? Cosa ti porti dietro in campo e nella vita dall’esperienza neroverde?
"Sono arrivato a Sassuolo all’età di 10 anni e sono andato via all’età di 19. Devo dire che questi anni sono stati per me anni fondamentali,che porterò per sempre dentro al mio cuore.Sono stati anni in cui ho fatto moltissimo sacrifici tra scuola e calcio perché io abitavo a un’ora di strada da Sassuolo e quindi per me non era per niente facile cercare di andare bene a scuola e allo stesso tempo andare bene a calcio,però devo dire che a Sassuolo ho trovato degli allenatori che mi hanno sempre aiutato e soprattutto il direttore Palmieri che mi ha sempre supportato e mi ha fatto crescere tantissimo a livello mentale facendomi sempre capire quando facevo una cosa giusta o una cosa sbagliata,a lui devo molto. Sono molto legato al Sassuolo, perché oltre a farmi crescere a livello calcistico mi ha fatto crescere a livello umano, me lo porterò sempre con me sperando un giorno di poterci tornare".
Se ti dico 1° luglio 2020 cosa ti viene in mente? Quali sensazioni?
"Quel giorno me lo ricordo benissimo è stata la mia prima convocazione in serie A. Mi ricordo che feci la riunione tecnica, prima della rifinitura, con la prima squadra e poi il mister De Zerbi decise di convocarmi. Appena finita la rifinitura chiamai subito mio padre con le lacrime agli occhi per quanto ero felice: provai un mix di emozioni davvero forti. Voglio cogliere l’occasione anche per ringraziare molto De Zerbi perché mi ha dato l’opportunità di vivere emozioni veramente forti".
Se ti dico Paul Pogba invece?
"Paul Pogba è il mio idolo. Io sono un tifoso juventino e da bambino quando lo vedevo giocare mi emozionavo, cercavo di vedere cosa lui facesse in campo per poi cercare di replicarlo: per me è potenzialmente il centrocampista più forte al mondo".
Il Sassuolo di Dionisi quest’anno è nono in campionato ed è a -6 dalla zona Europa. Mancano 8 giornate al termine della stagione: secondo te l’Europa per i neroverdi è possibile? Come giudichi la loro annata?
"Il Sassuolo quest’anno sta facendo molto bene come sta facendo molto bene anche mister Dionisi considerando anche che è il suo primo anno da allenatore in Serie A. Credo che la rosa del Sassuolo sia veramente molto molto forte quando facevo allenamento con loro vedevo alcune giocate e tra me e me pensavo “che ci sto a fare io qui?”…quindi per me non si devono porre dei limiti e non mi stupirei se riuscissero a conquistare l’Europa".
Doppia domanda sul futuro: dove ti vedi l’anno prossimo e dove ti vedi tra 5 anni?
"Sinceramente non so ne dove sarò l’anno prossimo ne dove sarò fra 5 anni,ora sto pensando solo a raggiungere la salvezza con il Montevarchi. Chiaramente il mio obiettivo finale è quello di arrivare in serie A il prima possibile".
Chiudiamo con un giochino, 10 domande a bruciapelo per conoscerti meglio. Risposta secca.
Cristiano Ronaldo o Messi?
"Messi"
Film o serie tv?
"Serie tv".
Pizza o sushi?
"Sushi"
Crescentina o gnocco fritto?
"Gnocco fritto"
Rock o rap?
"Rap"
Bionda o mora?
"Vanno bene sia le more che le bionde" (ride, ndr)
Mutande o boxer?
"Mutande"
Mare o montagna?
"Mare"
De Bruyne o Modric?
"Modric"
Mercedes o BMW?
"Mercedes"
Si ringraziano l'Aquila Montevarchi e Alessandro Mercati per la cortesia e disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.
Autore: Antonio Parrotto / Twitter: @AntonioParr8
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