Il Sassuolo è in Serie B. Per commentare l'amara retrocessione abbiamo contattato telefonicamente una bandiera del Sassuolo Calcio, ovvero Marco Piccioni. L'ex difensore, bandiera neroverde che ha indossato la maglia del Sassuolo dal 2004 al 2012, collezionando la presenza di 222 presenze, ha analizzato i motivi della tribolata e deludente annata del club emiliano, partendo dalla sconfitta con il Cagliari che ha sancito il ritorno in B dopo 11 anni, in un match che è sembrato la fotografia della stagione o quasi con una squadra senza carattere: "Più che della stagione direi dell'ultimo periodo. Io sono andato spesso allo stadio e non vorrei parlare di carattere perché non so cosa passa nella testa dei giocatori, tante volte la paura, la tensione, magari hanno capito la situazione, un momento difficile e non hanno saputo reagire, soprattutto dopo il pareggio in casa con il Milan dove si è pensato di poter vincere la partita ed è caduta anche la motivazione".

Cos’è mancato al Sassuolo quest’anno?
"Berardi".

Così secco...
"Sì, è mancato Berardi, non c'è stata la crescita di alcuni giocatori che si pensava potessero far meglio come Laurienté. È mancata qualcosa a livello di qualità e forse anche un leader in fase difensiva".

Ci siamo sentiti a ottobre e mi parlavi di un Sassuolo che quest’anno doveva lottare per salvarsi. Avevi già capito che c’era qualcosa di diverso rispetto al solito?
"Sì, mi aspettavo una crescita diversa e secondo me se l'aspettava anche la società e comunque due infortuni di Berardi, prima il menisco e poi il tendine, hanno inciso tantissimo. Lui con le sue qualità è un accentratore, un parafulmine, riesce a far crescere anche gli altri e quest'anno praticamente non c'è mai stato. Chi segue un po' sa che Berardi incide tanto sulla squadra".

Paradossalmente le due vittorie con Juve e Inter a settembre sono state un guaio per il Sassuolo. Forse lì la squadra si è illusa di poter disputare la solita stagione e invece…
"No, non credo perché non c'è stato un filotto di vittorie ma delle vittorie sporadiche come era successo anche con Dionisi negli anni passati".

A gennaio sono arrivati solo Kumbulla in prestito e Doig. Si poteva fare meglio? Pensi sia stata sottovalutata la questione?
"Sottovalutata no ma il mercato di gennaio è un mercato molto difficile e trovare qualcuno che possa fare al caso tuo non è semplice. È arrivato un giocatore come Kumbulla, di prospettiva che rientrava dall'infortunio, e Doig che era in uscita, sapevano che avevano un problema a sinistra anche se secondo me Doig è più un quinto che un terzino, e hanno preso quello che hanno trovato perché a gennaio non è semplice".

Insisto su questo. Tu hai detto che dietro serviva un leader, serviva più uno Yerri Mina che Kumbulla...
"Probabilmente è arrivato prima il Cagliari e a Sassuolo di solito quei profili non li valutano. Non credo abbiano sottovalutato la situazione. So benissimo come ragionano i direttori lì a Sassuolo, hanno la situazione sotto controllo, ma non hanno messo in preventivo l'infortunio di Berardi, io batto sempre lì, bastava fare due vittorie in più per salvarsi. Kumbulla diciamo era una sorta di scommessa perché quando torni da un infortunio così grave non sai come puoi rientrare, ma magari l'alternativa non convinceva".

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Poi dopo il ko con l’Empoli, alla 25esima giornata, è arrivato l’esonero di Dionisi e l’arrivo di Ballardini. Due sole vittorie con il tecnico romagnolo. Ti aspettavi qualcosa in più da lui?
"Sinceramente no, non mi aspettavo potesse incidere di più, senza Berardi era difficile. Mi aspettavo un altro tipo di allenatore che avrebbe potuto fare più al caso del Sassuolo, forse anche lì non sono riusciti...sai in quel momento non era facile trovare un altro allenatore per il Sassuolo".

All'epoca si parlava di Grosso e Gattuso che avrebbero rifiutato. Sarebbe stato più giusto puntare su un profilo simile?
"Forse più su Gattuso. Grosso è un buon allenatore ma Gattuso probabilmente aveva più qualità a livello caratteriale. Non li conosco personalmente ma l'immaginario collettivo è quello lì".

Non posso non chiederti di Berardi. Domenica lui non era allo stadio, era a Imola al Gran Premio. Da suo compagno come avresti reagito?
"Da compagno di squadra non me ne sarei nemmeno accorto perché sarei stato concentrato sulla partita e non avrei avuto bisogno delle parole di Berardi. Fossi stato in lui sarei andato dentro lo spogliatoio e avrei detto due parole ma non sono io che devo giudicare Berardi".

Ora bisogna voltare pagina. Da chi ripartiresti in Serie B? Carnevali è contestato dai tifosi...
"Com'è normale che sia quando c'è una retrocessione e non si raggiunge l'obiettivo i tifosi hanno diritto di. contestare ma ricordiamoci che Carnevali insieme a Giovanni Rossi e allo scouting è riuscito a prendere giocatori e a rivenderli a prezzi più alti, quindi a sostenere anche il Sassuolo economicamente quindi ripartirei dalla dirigenza che ha fatto bene negli anni passati".

Manca un po' di senso di appartenenza. In estate sono andati via Missiroli e Magnanelli, manca un volto così? Un Piccioni, un Pomini, un Magnanelli?
"Io penso di averlo detto anche a qualcuno che è dentro al Sassuolo, secondo me un po' di senso di appartenenza manca perché soprattutto con Magnanelli che è andato via, anche il Missile, Pomini, ma Magnanelli è stato il simbolo di questi anni ed è venuto a mancare qualcosa nel rapporto tra squadra e allenatore, squadra e società. Io quando si retrocede partirei sempre dal basso e tornerei all'umiltà che c'era un tempo".

Si ringrazia Marco Piccioni per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.

Sezione: Esclusive / Data: Gio 23 maggio 2024 alle 13:00
Autore: Antonio Parrotto
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