Simona Giorgetta, nipote del compianto patron Giorgio Squinzi, qualche settimana fa ha rilasciato un'intervista ai microfoni de La Stampa, parlando fra le altre cose dell'acquisizione da parte di Mapei. Dopo il ciclismo, arriva il calcio. "Quando il Sassuolo Calcio si trova senza sponsor. E uno può chiedersi: che c’entriamo noi con il Sassuolo? Noi che siamo tutti milanesi? Be’, la nostra famiglia ha un credo, che è quello di voler restituire qualcosa al territorio in cui produciamo. Va detto che, salvo alcune linee, il nostro è un prodotto povero, dunque per avere un margine dobbiamo produrre dove vendiamo. E’ per questo che produciamo in 36 Paesi ed è per questo che siamo riconoscenti a quei territori, come appunto il distretto di Sassuolo. Da qui, la decisione di sponsorizzare la squadra”.

SCELTI DA SASSUOLONEWS:

Simona Giorgetta: "Mapei Stadium ristrutturato: vi racconto tutto"

Forbes classifica 2022 Italia: Veronica e Marco Squinzi, Simona Giorgetta top

Veronica Squinzi: "Sassuolo, sono sicura che ripartiremo sempre più forti"

E’ il 2002. Un anno dopo Giorgio Squinzi acquista il club. “A Sassuolo mio zio applica lo stesso metodo che segue in azienda. Abbiamo la fortuna di trovare persone molto competenti, come l’ad Giovanni Carnevali. Si fanno programmi, investimenti importanti. E dopo dieci anni, il 18 maggio 2013, il Sassuolo arriva in serie A. E la stagione seguente, l’esordio è nello stadio di Reggio Emilia, il ‘Mapei Stadium – Città del Tricolore’. Aneddoti? A dire il vero mia madre sulle prime non è tanto convinta di acquistare anche l’impianto. Glielo propone mio zio in uno dei loro incontri del sabato. Lei sulle prime è titubante, lui tre settimane dopo torna alla carica e la convince. Alla fine acquistiamo anche lo stadio, portandoci la serie A”.

Simona Giorgetta è membro del Cda, è amministratrice unica di Mapei Stadium, segue in particolare le attività nel real estate, mentre i cugini sono amministratori delegati del gruppo: “La nostra è un’azienda ancora famigliare, che non ha mai guardato alla Borsa, alla finanza. Per mio zio l’azienda era casa. E così è ancora per noi. Con i miei cugini siamo diversi, ma abbiamo valori comuni molto profondi, c’è la massima concordia e fiducia. Esercito la mia professione sino ai 40 anni, con un mio studio. Poi, nel 2019, dopo la nascita del secondo figlio, decido di chiudere l’attività e di dedicarmi di più all’azienda. Mio zio Giorgio stava già male, desiderava vedermi in azienda, cercava sempre di affidarmi qualche incarico”.

Sezione: News / Data: Dom 01 gennaio 2023 alle 10:43
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
vedi letture
Print