La situazione in casa Brescia sta diventando sempre più ingovernabile. Nel cuore pulsante della città, il fervore calcistico sembra spegnersi, mentre Massimo Cellino, presidente del club dal 2017, sembra sempre più isolato e resistente alle pressioni per una cessione della società. Nonostante i segnali inquietanti provenienti sia dal campo che dalla dirigenza, il numero uno delle Rondinelle non sembra intenzionato a cedere il passo. 

Recentemente, la notizia dell'uscita di Luigi Micheli, direttore generale e uomo di fiducia di Cellino, ha amplificato le preoccupazioni tra i tifosi. Dopo cinque anni di collaborazione, Micheli ha deciso di abbandonare la nave, lasciando un vuoto che pesa e che aggiunge ulteriori interrogativi sul futuro gestionale del club. La squadra, dal canto suo, sta attraversando un periodo disastroso, con soli due successi nelle ultime venti partite. Un trend decisamente preoccupante che sta alimentando il malcontento tra i sostenitori, sfociato in contestazioni non solo contro la dirigenza, ma anche contro i giocatori stessi.

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La situazione si fa ancora più drammatica se si considera che, per la prima volta in 114 anni di storia, il Brescia non è riuscito a conquistare una vittoria al Rigamonti per dieci partite consecutive. Man mano che i giorni passano, cresce l'ansia fra i tifosi per quel che potrebbe accadere alla ripresa delle gare interne, quando il 8 marzo si affronterà il Cesena. Saranno trascorsi 159 giorni dall’ultima vittoria tra le mura amiche, un record negativo che fa tremare i polsi a chi ama la Leonessa.

Dopo il deludente 0-0 contro il Sudtirol, l'allenatore Rolando Maran ha palesato il suo stato d'animo confuso, discutendo del fatto che, statisticamente, la squadra meriterebbe di vincere. Una giustificazione che in molti non hanno accolto, tanto da incitare ulteriori fischi da parte di un pubblico che si sente tradito.

In un contesto tanto turbolento, un barlume di speranza si era acceso lo scorso novembre, quando si era parlato dell'interessamento di Carlo Slim Helù, imprenditore messicano e uno degli uomini più ricchi al mondo. Investitore di settore e magnate della telefonia (il tycoon già sponsor della Ferrari). Helù aveva mostrato un interesse per il club, attratto dalla possibilità di rilanciare non solo il Brescia in campo, ma anche il progetto di ristrutturazione dello stadio Rigamonti, un obiettivo centrale per il rinascimento calcistico bresciano.

Gino Corioni, storico presidente del Brescia, aveva fatto dell’impianto sportivo un pilastro del suo progetto, aspirando a riportare la città ai fasti del calcio di alto livello. Corioni è morto nel 2016 con i suoi sogni solo sfiorati dopo aver tesserati Baggio e Guardiola tenendo per cinque stagioni (record) il Brescia consecutivamente in A. L'era Cellino, iniziata nel 2017, è stata segnata da promesse infrante, cambi continui di allenatori e scelte discutibili. 

Le speranze di un passaggio di proprietà, sebbene non completamente esaurite, sembrano avere bisogno di una solida volontà di Cellino di vendere. Ma al momento tale intenzione è ancora avvolta nella nebulosità, mentre cresce l’urgenza di un intervento che potrebbe riportare il Brescia sui binari giusti. La strada da percorrere è lunga e complessa, e il tempo stringe. La città e i tifosi meritano risposte, e la Leonessa una rinascita. A riferirlo è Tuttosport.

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Sezione: Non solo Sasol / Data: Mar 25 febbraio 2025 alle 14:01
Autore: Manuel Rizzo
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