Pietro Iemmello ha avuto una lunga carriera, fatta di alti e bassi. Ora è diventato profeta in patria, a Catanzaro, e contende il titolo di capocannoniere a Pio Esposito dello Spezia e ad Armand Laurienté del Sassuolo, ma in passato ha vestito anche la maglia del Sassuolo dove arrivò grazie...a Roberto De Zerbi: "La svolta a Foggia con De Zerbi - dice in un'intervista alla Gazzetta dello Sport - da lì mi prese il ds Angelozzi a Sassuolo: volevano mandarmi in prestito, ma ero terzo attaccante dopo Defrel e Matri, ho voluto giocarmela e sono arrivato a segnare a San Siro, battendo con i miei gol l’Inter col Sassuolo e il Milan col Benevento".

Quello è stato il top della carriera? "Dopo i due gol all’Inter, Angelozzi mi disse: 'Mi ha chiamato Ventura, ti segue per la Nazionale'. Quindi avrei voluto, l’anno dopo, fare il titolare, ma a Sassuolo non c’era la possibilità. Così andai a Benevento, che mi pagò 7milioni, ma con un problema al ginocchio che ho risolto solo un anno e mezzo dopo. Per me quello è un grande rimorso".

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A complicargli la carriera anche un carattere ribelle che ha forse rallentato la sua crescita: "Ero molto istintivo. Poi negli anni sono cambiato, adesso conto fino a 5, allora no. Qualche lite di troppo con allenatori e dirigenti, non dovevo. A Lanciano scappai dal ritiro,ma il ds Leone e l’allenatore D’Aversa capirono. Altri no, e questo mi ha fatto perdere un po’ di tempo".

Si racconta che a Foggia il gioco d’azzardo gli abbia creato qualche problema, c’è stata anche un’auto bruciata e un’aggressione in campo quando vi è tornato da avversario: "A La Spezia dicevano che ero gay, a Foggia mi accusavano di queste cose. In realtà a Foggia era stato terribile, mi sono fidato dei dirigenti e ci ho rimesso 250mila euro. La verità è questa: se giocavo a poker o a una macchinetta, che male c’era?".

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Sezione: News / Data: Gio 10 aprile 2025 alle 10:42
Autore: Manuel Rizzo
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