La Serie A non cambia e, almeno per ora, resta a 20 squadre. Non è riuscita la missione di Inter, Juventus e Milan che avevano incontrato in segreto Gabriel Gravina, presidente della FIGC, per parlare dell'ipotesi di una riduzione delle squadre e non solo. Juventus, Inter, Milan e Roma sono state le 4 società a votare per la possibile riduzione della A a 18 squadre. Niente da fare: il campionato rimane con 20 squadre. Stesso risultato anche per le altre due votazioni di giornata: una ha riguardato la rimozione del diritto d'intesa, ventilata dal presidente federale Gabriele Gravina, con le quattro big che si sono dette favorevoli, mentre le altre 16 hanno votato contro l'idea della FIGC, l'altra ha riguardato il documento già stilato a dicembre 2022, poi aggiornato, che sarà sottoposto alla federcalcio e che riguarda le idee per salvare e migliorare il calcio.

Ecco il comunicato della Lega: "Dopo l'odierna Assemblea di Lega tenutasi a Milano, la Lega Serie A ha emesso una nota per spiegare la situazione e le decisioni assunte nel corso dell'incontro fra i rappresentanti delle 20 società di Serie A, con uno dei temi all'ordine del giorno che riguardava il format futuro del campionato e la possibilità di ridurre a 18 il numero di squadre partecipanti: La Lega Serie A ha approvato oggi, nel corso dell’Assemblea svoltasi nella sede di via Rosellini, il proprio documento di indirizzo contenente le proposte di riforma del calcio italiano. Nel corso della stessa riunione, è stata ribadita la assoluta necessità di mantenere nello statuto federale il diritto di intesa, così come nei principali sistemi calcistici europei. E’ stato, inoltre, confermato l’attuale format a 20 squadre del campionato di Serie A".

Quali sono le idee per il futuro del calcio? Ecco i punti salienti riportati da TMW. La governance federale e l’autonomia della Lega Serie A. Via Rosellini chiede la possibilità di autodeterminarsi, di incidere sulle posizioni che la riguardano. In tal senso si legge la conferma del diritto d'intesa - che prevede la necessità dell'ok della lega a riforme che la riguardino direttamente, anche se approvate dal consiglio federale a maggioranza di 3/4 - e la richiesta di redistribuire i pesi federali. Attualmente, la Serie A "conta" per il 12 per cento dei voti, contro il 17 per cento della Lega Pro e il 34 per cento della Lega Nazionale Dilettanti.

Ordinamento dei campionati. Direttamente collegato al primo è il tema della riduzione del numero di squadre professionistiche, che attualmente sono 100 e sono considerate eccessive dalla Serie A. La stessa Lega calcio non è però disposta a rivedere il numero dei club partecipanti al proprio campionato, confermando il format a 20 squadre. Tra le richieste, anche quella di ridurre il numero di promozioni e retrocessioni fra le leghe.

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Infrastrutture e stadi. Forse il tema più importante di tutti per i club di Serie A, che in più occasioni hanno chiesto ulteriori novità normative sul tema degli stadi. Tra le varie proposte, l'introduzione del riconoscimento facciale per la sicurezza negli stadi.

Sostenibilità economico-finanziaria. Tra gli argomenti principali, gli stipendi dei calciatori. La Serie A propone l'introduzione di un salary cap e anche la riduzione automatica (del 30 per cento) degli stipendi dei giocatori per le squadre retrocesse. Inoltre, sono proposte norme più selettive per l'iscrizione ai campionati.

Contratti più lunghi per i calciatori. Oltre al contenimento dei costi, la Serie A propone di seguire il modello della Premier League per quanto riguarda gli accordi con i tesserati, portando a 8 il numero massimo di anni a livello contrattuale. Attualmente in Italia il limite è di cinque anni.

Ripristino sponsorizzazioni scommesse. Abolito il decreto crescita, che i club chiedono sia invece reintegrato, le società di A chiedono che si riveda anche il decreto dignità, tornando a rendere lecite - e remunerative - le pubblicità delle agenzie di scommesse.

Nuove norme sui vivai e sul calcio femminile. Tra le proposte per l'incentivo ai settori giovanili, oltre al reinvestimento di parte dei proventi dall'abolizione del decreto dignità, anche quella di incentivi fiscali, comune al piano FIGC. Viene chiesto anche il prolungamento delle deduzioni fiscali per il calcio femminile.

La valorizzazione degli arbitri. È una delle proposte che non dipende dalla FIGC ma dall'IFAB e dalla FIFA. Si chiede di professionalizzare la figura arbitrale, rendendoli tra l'altro indipendenti dalla Federcalcio.

Ridurre il numero delle partite. Altro argomento a cavallo tra competenze federali e UEFA o FIFA. La Serie A chiede la riduzione del numero di partite da calendario - nella stagione 2024/2025 Inter e Juventus potrebbero arrivare a 71 gare giocate, un'enormità - e inoltre la riduzione della Coppa Italia, seguendo il modello dell'In-Season Tournament NBA.

Var, tempo effettivo ed espulsioni a tempo. Altro tema legato alle proposte da portare all'IFAB: la A propone il VAR a chiamata, una o due volte a partita, ma anche la possibilità di rendere pubblici in diretta i dialoghi con l'arbitro. Tra le possibilità novità, l'introduzione del tempo effettivo e delle espulsioni a tempo: novità su cui, nonostante le smentite sui cartellini blu, sono già in corso valutazioni anche a livello internazionale.

Sezione: News / Data: Mar 13 febbraio 2024 alle 15:45
Autore: Sarah G. Comotto
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