Una puntata molto particolare, oggi, per il vannizagnoli.it show. C’è Udinese-Sassuolo e allora il giornalista di Reggio ha pensato di ripescare non tanto una delle sue tante interviste nazionali a Franco dal Cin o al figlio Michele, ma un pezzo emozionale, scritto nel 2017, quando ancora non dava il massimo solo aggirandosi in video ovunque. Naturalmente è allargato, attualizzato.

Nella foto Vanni era in crociera con la moglie, Silvia Gilioli, presenza fissa per radio Bruno, negli anni di serie B, a Sassuolo, per raccogliere quei 20”-40” che vanno tuttora in onda - ma non sempre - nelle edizioni dei notiziari, con picchi di ascolto proprio ai punti ora. Gilioli era in sostituzione di Zagnoli e sino al covid raramente è mancata al Mapei, al suo fianco, e anche al Braglia, in particolare nel giorno della serie A, con il Livorno.

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Dunque, Zagnoli raccontava, dedicando a Silvia, la grandezza di Franco Dal Cin.
"Non la racconto perchè in tutto il mondo la sanno, dovrei ripescare miei vecchi pezzi. Sbagliati, stupidi, assurdi. Ho avuto cattivi maestri, mi adeguavo a una città arcicritica.
Dal Cin, semplicemente, era il miglior dirigente italiano del calcio, avanti a tutti 10 anni.
E lo irridevano, a Retemilia, Stefano Marchesini, più volte mio avvocato, e Massimo Cavalieri, poi anche marketing al Meridiana, a Pieve Modolena, il paese delle famiglie Gilioli e Zagnoli. A Telereggio la sottile irrisione di Marco Gibertini, uscito di recente dal carcere per la condanna legata ad Aemilia, e lo sdegno, magari, di Franco Tosi, su Teletricolore, ora Medianews.
Sul Carlino magari Andrea Ligabue, oggi redattore unico allo sport, con Daniele Petrone a sostituirlo per ferie o “settimana corta” e Daniele Barilli, firma del basket e storico vice di Ezio Fanticini, da 40 anni corrispondente da Reggio per la Gazzetta dello sport, Gigi Manfredi e Gigi Zerbini, tutti e tre in pensione, gli ultimi capi della redazione. E Cancio Cancellieri, detto anche Brunetto, lo storico numero due del Carlino, dietro appunto a Zerbini.
E alla Gazzetta William Giberti, Ercole Spallanzani e Ivano Paterlini (Ivan, entrambi scomparsi) e Massimo Cesena - lo chiamava così Laccabue, ovvero Ligabue dal cognome storpiato magari da altre redazioni che chiamavano a Reggio, del gruppo Il Resto del Carlino e la Nazione, il Giorno sarebbe arrivato un quarto di secolo fa. E i Cocchi, Luigi e Armando, erano su L’Unità, di Reggio, firmavano A.L. Cocconcelli, sono gemelli, omozigoti. A noi sono serviti anni per riconoscerli.
E Mauretto del Bue - Del Bove, lo chiamava in redazione Corrado “Corradino” (Manfredi dixit), Guerra, fra i redattori più giovani dell’epoca e poi capo e poi a Prima Pagina Reggio Emilia, editore Giovanni Mazzoni, direttore di Teletricolore. Del Bue è stato a lungo parlamentare Psi, era l’anima di Tuttoreggiana, adesso ha l’altro giornale da stadio. E il rosso, Enrico Lusetti.
E quanti dimentico. E Wainer Magnani no, sulla Gazzetta di Reggio.
Un giorno Magnani mi prese da parte, con Dal Cin, mi attaccarono, avevo 25 anni. Avevano ragione. Straragione. Ho sbagliato tutto, a dare a mente alla massa.
Franco Dal Cin era il numero uno, se la sinistra (“il poi ministro Del Rio non mi avesse osteggiato, con la Margherita, nel progetto stadio da vivere ogni giorno”), se la sinistra, dicevo non l’avesse osteggiato magari a 80 anni sarebbe ancora il manager granata. Di sicuro con la scusa di avere inventato il primo stadio privato, nel ’95, vorrebbe collaborare con il Sassuolo.

Francesco, all’anagrafe. Dimenticavo. Picchiava duro su L’Unità, di Reggio, il redattore Giovanni Vignali, allora giovane, da un decennio alla comunicazione del sindaco Luca Vecchi. “Vanni, ma di cosa parliamo - obietta - ricordi la valigetta piena di soldi presa al Venezia, da Preziosi, del Genoa?”. “Sì, però sono stato assolto”, mi ha garantito Franco.

Io picchiavo duro, su Tuttosport e magari Il Giornale, su Il Tempo e magari Avvenire, su L'Indipendente - in realtà una bella intervista non uscì mai. Su L’Informazione, di Mario Pendinelli, durata poco. Su radio Bruno (raramente) e magari radio Capital, su radio 24 e magari Rmc. Non su Gazzetta di Parma, perchè all'epoca c'era Giorgetto Campanini, l'uomo con il sigaro, tipografo in pensione a 48 anni e ora impegnato nella battaglia per la vita, purtroppo persa con la moglie.

Ecco, ho sbagliato e una volta in vacanza, all'alba, meditando, l'ho scritto a Dal Cin. 9 anni dopo, forse, avevo capito. Che vergogna. Mi vergogno.
Ho chiesto scusa, ho riparato, ho capito ma era tardi.
Dal Cin Franco, con tutto il suo entourage.
Dal Cin e lo stadio e tutto. Futre, Ancelotti, Lucescu, Padovano.
Dai, su. Lucescu faceva giocare la Reggiana come nessuno, come neanche quando vinse i campionati a Brescia e a Pisa, come neanche Di Francesco e De Zerbi nei loro migliori Sassuolo o adesso Dionisi, contro le grandi.
Dai, cavolo. E pensare che ancora non facevo uso di psicofarmaci! Grazie all'omeopatia, li ho smessi da anni. Ogni tanto abbasso le gocce e ricasco nei vecchi errori, ma questo non è un errore. E faccio molta attenzione ai nomignoli, perchè quando a me al Carlino chiamavano Zigulone non impazzivo. “Zagnoli, mangi pasta e fagioli”, era l’intercalare di Luigi, Manfredi, Gigi, già firma de il Corrierone, da Reggio, almeno, del Corriere della Sera, dunque.
Ah, quando PIrlo debuttò a Reggio, feci io il pezzo, Reggiana-Brescia, aveva 16 anni, era il 1994-95 e la Reggiana, appunto, sarebbe retrocessa con Franco, Francesco Oddo, il papà di Massimo.
Mi piacerebbe raccontarvi di Guidolin, Francesco, il mio personaggio in assoluto preferito, eccezionale all’Udinese, ma mi allontanerei troppo dal focus, che qui resta il Sassuolo. Non per me. Ma i tifosi neroverdi capiranno, sono garbati e intelligenti”.

Sezione: Non solo Sasol / Data: Dom 17 dicembre 2023 alle 11:45
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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