Pantaleo Corvino show sul palco di Colpi da Maestro a Rimini durante la serata di presentazione del calciomercato estivo. Alla guida dei pugliesi ci sarà ancora Luca Gotti, che si è guadagnato il rinnovo grazie al suo lavoro sul campo, anche se in piccola parte potrebbe aver contribuito anche un episodio raccontato da Pantaleo Corvino, direttore tecnico del Lecce, intervenuto sul palco del Gran Galà di apertura del calciomercato di Rimini: "Avevo scelto un luogo in disparte per parlare del contratto e del programma con Gotti, così siamo andati in un albergo di un mio amico che in quel periodo veniva utilizzato solo per i matrimoni. Siamo andati a cena, Gotti mi ha offerto la cena, ma devo ammettere che inizialmente non abbiamo trovato l’accordo sulla parte economica. Il proprietario ci ha dato due camere al primo piano e siamo andati a dormire, io mi sono subito messo a letto"

Corvino racconta poi lo scoppio dell'incendio e l'intervento provvidenziale di Gotti in piena notte: "Improvvisamente alle 4:30 di notte ho sentito un tuono che mi ha fatto rimbalzare dal letto, però poi mi sono guardato attorno, ho capito che non era successo niente nella mia camera e mi sono rimesso a letto. Dopo 10 minuti ho sentito bussare alla mia porta, era Gotti che era venuto ad avvisarmi dello scoppio di un incendio nell’hotel. Sono uscito, ma sono stato investito dalle esalazioni e dal fumo. Nel frattempo non vedevo più Gotti, ho provato a scendere le scale, ma sono stato bloccato dalle fiamme. A quel punto sono tornato in camera. Ho strappato la tenda, sono uscito sul balcone e a quel punto ho ritrovato Gotti. Ho visto che il fuoco si stava dirigendo nella nostra direzione e abbiamo iniziato a pensare a cosa fare per buttarci dal primo piano. Per fortuna sono arrivati i vigili del fuoco e ci hanno aiutato a scendere. Dopo essere scesi, quando eravamo in sicurezza, mi sono rivolto a Gotti e gli ho detto: 'Luca, quanto mi avevi chiesto? Va bene…'", conclude Corvino sorridendo.

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Dopo l'Euroflop della Nazionale italiana in Germania, all'accusa di "abuso di stranieri nelle giovanili" lo storico direttore sportivo del Lecce non ha usato mezze misure per difendere il suo operato e al Corriere dello Sport ha aggiunto: "Il Lecce in A ha tre giocatori che provengono dalla Primavera, e sono tre titolari. Falcone, Baschirotto, Piccoli, Gallo e Sansone sono italiani. Il Lecce non può permettersi gli italiani per i costi eccessivi. Devo difendere il nostro lavoro, la società, il territorio. Vogliamo parlare dei talenti locali? I grandi club vengono qui e fanno razzia. L’aridità del nostro calcio non deriva dalle politiche del Lecce, ma da quelle della Federcalcio e della Lega, dei club. E non da ieri. Deriva dalla mancanza di strutture, campi, centri di addestramento e dall’impreparazione degli allenatori del settore giovanile. Manca anche la volontà - ha proseguito - da parte della federcalcio di imporre percentuali dei ricavi da destinare alla formazione dei giovani".

Con una chiosa dalla carica emotiva non indifferente in merito alle accuse ricevute sulla rosa del baby Lecce: "Il mio è un grido di dolore. In tutte le trasmissioni mettono in evidenza il risultato della nostra Primavera, gli undici stranieri, come se fossimo il male assoluto, l’origine del fallimento della Nazionale. Ma stiamo scherzando? Io l’untore? Questa demonizzazione del Lecce è un insulto all’intelligenza. Io non sono l’untore e il nostro è un modello che andrebbe seguito".

Sezione: Non solo Sasol / Data: Mer 03 luglio 2024 alle 15:19
Autore: Sarah G. Comotto
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